Proposte di lettura e ultimi libri letti!

...indicateci qualcosa di interessante da leggere!

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  1. .Gianlu
     
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    Imperatore

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    Marine
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    Queste le mie ultime letture, fatte e cominciate nel periodo a cavallo tra dicembre e questo inizio 2020.

    “Ci vorrebbe una Thatcher”. Antonio Caprarica.
    Già il nome del libro da idea del messaggio che vuol inviare al lettore. L’Italia ha bisogno di un leader coraggioso e tetragono come la Lady di ferro, memore di radicali riforme che hanno portato la terra britannica ad essere nuovamente una potenza economica mondiale, nonostante i cittadini ne abbiano patito la rigidità al loro primo corso? Caprarica pubblicò questo lavoro nel 2012 e ne approfittò per comparare la situazione inglese negli anni in cui la Thatcher salì a Downing Street con l’Italia morsa dalla crisi. Cosa è stato fatto in Gran Bretagna e cosa potrebbe essere preso come riferimento dal nostro paese, allora governato dai tecnici? Si passa dal racconto di fatti importanti come la liberalizzazione della borsa di Londra, le cessioni di società pubbliche, la funzione delle varie professioni contrapposte alle licenze italiane. Non mancano exscursus sul nostro paese.

    “La lista della spesa”. Carlo Cottarelli.
    Questo impegno del noto economista è una raccolta di tutte le proposte che il suo team elaborò nei suoi anni passati come Commissario alla Spending Review (cuorisamente figura istituita solo in Italia). Cosa consigliò Cottarelli ai nostri parlamentari? Innanzitutto mette in guardia che un’operazione di revisione della spesa può portare a scelte impopolari come il licenziamento di esuberi nella pubblica amministrazione. Oltre a questo, ci sono corposi capitoli dedicati alla spesa previdenziale (la più alta d’Europa), l’acquisto di beni e servizi da parte delle amministrazioni italiane, la sanità e le partecipate dei comuni. Degne di nota sono le considerazioni finali di Cottarelli, il quale sostiene che in Italia manchi in linea di massima un’idea di paese su come la spesa pubblica deve approcciarsi alla vita della società civile. Non c’è una strategia, tutte le scelte di finanza pubblica fino ad ora apportate son state fatte senza scopi di lunga durata. Ci sono troppe complessità nell’iter legislativo e la forma spesso si sostituisce alla sostanza, reo una massiccia presenza di esperti giuridici e non di persone dotate di competenze coincidenti col loro settore. Infine, servirebbe un più severo rapporto tra budget impiegato e risultato finale ottenuto che premierebbe l’efficienza degli enti più virtuosi e spingerebbe i meno performanti ad allinearsi.

    “21 lezioni per il ventunesimo secolo”. Yuval Noah Harari.
    Per chi conosce bene l’autore, può immaginare la direzione verso cui tende il libro. Ancor di più chi l’ha già letto. Una panoramica del mondo sorretta da tante sfide. Malgrado abbia trovato qualche volo pindarico sugli effetti che avranno i nuovi sviluppi bio-tecnologici sulla società, il libro lo promuovo a pieni voti, avendo spunti interessanti sul ruolo che dovrebbe avere l’Europa, l’immigrazione, la religione e il terrorismo. Difficile essere succinti dato la vastità di argomenti toccati, tra i quali si contano anche sezioni sulla cd. Post-verità. Forse un po' troppo disinteressati per il tempo che la routine quotidiana ci sottrae, queste pagine vogliono schiarirci la mente su ciò che si sta verificando nel mondo senza però dare una risposta o soluzioni ad ogni singolo problema. Harari conclude che lo scopo dietro la stesura del libro è l’aprire una discussione anche tra un piccolo crocchio di persone, solo così il suo compito potrà definirsi assolto.

    “Dai Fascismi ai Populismi”. Federico Finchelstein.
    Appena iniziato ma già impattante. Non fa piacere leggere che il populismo ha in se dei germi del fascismo e che è nella sua natura svilire le evidenze empiriche, che una volta trasferitosi dall’opposizione al potere emerga la sua inadeguatezza nel rapportarsi con la realtà. Da sottolineare che l’affermazione dei populismi odierni non è inedita, bensì seguono un loro albero genealogico che getta le sue radici dalla fine del XVIII secolo, comprende i totalitarismi del primo dopoguerra, si sviluppa ulteriormente con i governi populisti dell’America Latina e continua fino ai giorni d’oggi con i noti Trump, Salvini e co. Il tratto inquietante di questi leader sono l’aver sposato narrazioni sulla razza, legittimando di conseguenza le frange più razziste della popolazione a esternare i loro più beceri istinti.
     
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564 replies since 29/11/2007, 18:50   8315 views
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