LGBT: discussione generale

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  1. Einl
     
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    Chiedo scusa per il titolo, magari un admin potrà modificare, ma non ho trovato uno migliore, mi sembrava che altri nomi risultassero offensivi.

    Da Freud (ringrazio Huffingtonpost italiano per la traduzione, mentre quello inglese per la trascrizione del documento):

    CITAZIONE
    Cara signora,
    deduco dalla sua lettera che suo figlio è omosessuale. Sono molto colpito dal fatto che non usi mai questo termine nel darmi le informazioni su di lui. Posso chiedere perché lo evita? L'omosessualità non è certo un vantaggio, ma non c'è nulla di cui vergognarsi, non è un vizio, non è degradante; non può essere classificata come una malattia; riteniamo che sia una variazione della funzione sessuale, prodotta da un arresto dello sviluppo sessuale. Molti individui altamente rispettabili di tempi antichi e moderni erano omosessuali, tra di loro c'erano grandi uomini. (Platone, Michelangelo, Leonardo da Vinci, ecc).
    È una grande ingiustizia perseguitare l'omosessualità come un crimine - e anche una crudeltà. Se non mi credete, leggete i libri di Havelock Ellis. Mi chiede se posso aiutarla, intendendo dire, suppongo, se posso sopprimere l'omosessualità e fare in modo che al suo posto subentri l'eterosessualità. La risposta è, in linea generale, che non posso promettere che questo accada.
    In un certo numero di casi riusciamo a sviluppare i semi degradati delle tendenze eterosessuali, che sono presenti in ogni omosessuale, ma nella maggior parte dei casi non è più possibile. Dipende dal tipo e dall'età dell'individuo. Il risultato del trattamento non può essere previsto. Quello che l'analisi può fare per suo figlio è un'altra cosa. Se lui è infelice, nevrotico, lacerato da conflitti, inibito nella sua vita sociale, l'analisi può portargli armonia, pace della mente, piena efficienza, sia che rimanga un omosessuale, sia che diventi eterosessuale. Se si decide, può fare l'analisi con me - non mi aspetto che lo farete - lui deve venire a Vienna. Non ho alcuna intenzione di spostarmi da qui. Tuttavia, non trascurate di darmi una risposta.
    Cordiali saluti con i migliori auguri,
    Freud
    Post Scriptum
    Non ho trovato difficoltà a leggere la sua scrittura. Spero che non troverete la mia scrittura e il mio inglese difficile da leggere.

    Testo originale.
    CITAZIONE
    Dear Mrs [Redacted],
    I gather from your letter that your son is a homosexual. I am most impressed by the fact that you do not mention this term yourself in your information about him. May I question you why you avoid it? Homosexuality is assuredly no advantage, but it is nothing to be ashamed of, no vice, no degradation; it cannot be classified as an illness; we consider it to be a variation of the sexual function, produced by a certain arrest of sexual development. Many highly respectable individuals of ancient and modern times have been homosexuals, several of the greatest men among them. (Plato, Michelangelo, Leonardo da Vinci, etc). It is a great injustice to persecute homosexuality as a crime – and a cruelty too. If you do not believe me, read the books of Havelock Ellis.
    By asking me if I can help, you mean, I suppose, if I can abolish homosexuality and make normal heterosexuality take its place. The answer is, in a general way we cannot promise to achieve it. In a certain number of cases we succeed in developing the blighted germs of heterosexual tendencies, which are present in every homosexual in the majority of cases it is no more possible. It is a question of the quality and the age of the individual. The result of treatment cannot be predicted.
    What analysis can do for your son runs on a different line. If he is unhappy, neurotic, torn by conflicts, inhibited in his social life, analysis may bring him harmony, peace of mind, full efficiency, whether he remains a homosexual or gets changed. If you make up your mind he should have analysis with me — I don’t expect you will — he has to come over to Vienna. I have no intention of leaving here. However, don’t neglect to give me your answer.
    Sincerely yours with best wishes,
    Freud
    P.S. I did not find it difficult to read your handwriting. Hope you will not find my writing and my English a harder task.

    Ringrazio il Kingsley Istitute per i documenti originali.


    CITAZIONE
    Questo è l'ultimo, e comprende il bacino di osservazione più ampio mai usato in questo ambito.

    www.academia.edu/10436121/Emotional...e_by_Definition

    Non è un esperimento affidabile, dallo stesso sito: Using a representative sample of 207,007 children, including 512 with same-sex parents, ovvero su 200.00 bambini, sono stati presi solo 512 provenienti da una famiglia dello stesso "sesso". Anche io posso fare un esperimento prendendo i 512 bambini "disadattati" di una famiglia con mamma e papà e concludere che non è la famiglia ideale. Anzi è proprio nella famiglia che si genera la violenza tra un uomo e una donna.

    P.S: Ti consiglio questo post, www.nextquotidiano.it/genitori-stesso-sesso-farebbe-male/

    CITAZIONE
    Se non vi fidate di Ford o di Regnerus e non avete voglia di leggervi tutto lo studio, bastano le conclusioni di Sullins. È sempre utile, prima di commentare, leggere. Soprattutto le righe finali: «Vale la pena rilevare che, anche nelle peggiori condizioni osservate in questo studio, la grande maggioranza dei bambini non ha difficoltà emotive. Nonostante i bambini se la cavino peggio in alcune famiglie rispetto ad altre, al punto da giustificare le preoccupazioni sociali e politiche circa le differenze tra modelli familiari, comprese quelle tra famiglie dello stesso sesso e famiglie di sesso diverso, la maggior parte dei bambini nella maggior parte delle famiglie gode di una funzionalità psicosociale che non è caratterizzata da problemi emotivi gravi». Come dicevo all’inizio, molti dei presunti disastri hanno a che fare con la convinzione, più o meno esplicita, che quanto si discosta dall’eterosessualità sia intrinsecamente sbagliato, dannoso, contagioso, pericoloso. Siamo ancora qui.

    P.P.S: Da un articolo del fatto quotidiano:

    CITAZIONE
    Ecco cosa spiega invece l’Associazione italiana di psicologia: “Le affermazioni secondo cui i bambini, per crescere bene, avrebbero bisogno di una madre e di un padre non trovano riscontro nella ricerca internazionale sul rapporto fra relazioni familiari e sviluppo psico-sociale degli individui. Infatti i risultati delle ricerche psicologiche hanno da tempo documentato come il benessere psico-sociale dei membri dei gruppi familiari non sia tanto legato alla forma che il gruppo assume, quanto alla qualità dei processi e delle dinamiche relazionali che si attuano al suo interno. In altre parole, non sono né il numero né il genere dei genitori — adottivi o no che siano — a garantire di per sé le condizioni di sviluppo migliori per i bambini, bensì la loro capacità di assumere questi ruoli e le responsabilità educative che ne derivano”.

    P.P.P.S: Non ammazziamoci. :xd:
     
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  2. Coso (Aka Sad)
     
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    CITAZIONE (aminth @ 14/3/2015, 19:59) 
    Breaking News:
    gli studi che affermano l'esatto contrario sono decine.

    Questo è l'ultimo, e comprende il bacino di osservazione più ampio mai usato in questo ambito.

    www.academia.edu/10436121/Emotional...e_by_Definition

    Hai provato a cercare uno studio non fatto da (e cito): "The Catholic University of America"

    Che è come far fare uno studio sul fondamentalismo islamico da parte degli studiosi cooptati da ISIS.

    CITAZIONE
    CITAZIONE
    Joint biological parentage, the modal condition for opposite-sex parents but not possible for same-sex parents, sharply differentiates between the two groups on child emotional problem outcomes. The two groups are different by definition. Intact opposite-sex marriage ensures children of the persistent presence of their joint biological parents; same-sex marriage ensures the opposite. However, further work is needed to determine the mechanisms involved.

    A te la citazione di studi più seri, aggiornati ed autorevoli.

    Aprendo solo wikipedia alla pagina "same sex parenting"

    Psicologi Canadesi
    Australian Psychological Society
    BRIEF OF THE AMERICAN PSYCHOLOGICAL ASSOCIATION, THE CALIFORNIA PSYCHOLOGICAL ASSOCIATION, THE AMERICAN PSYCHIATRIC ASSOCIATION, AND THE AMERICAN ASSOCIATION FOR MARRIAGE AND FAMILY THERAPY AS AMICI CURIAE IN SUPPORT OF PLAINTIFF-APPELLEES
    the American Academy of Pediatrics (AAP)
    The American Psychologist 61
    Di nuovo i pediatri americani
    Altri pediatri americani

    CITAZIONE
    OBJECTIVES: The objective of this study was to document the psychological adjustment of adolescents who were conceived through donor insemination by lesbian mothers who enrolled before these offspring were born in the largest, longest running, prospective, longitudinal study of same-sex–parented families.

    METHODS: Between 1986 and 1992, 154 prospective lesbian mothers volunteered for a study that was designed to follow planned lesbian families from the index children's conception until they reached adulthood. Data for the current report were gathered through interviews and questionnaires that were completed by 78 index offspring when they were 10 and 17 years old and through interviews and Child Behavior Checklists that were completed by their mothers at corresponding times. The study is ongoing, with a 93% retention rate to date.

    RESULTS: According to their mothers' reports, the 17-year-old daughters and sons of lesbian mothers were rated significantly higher in social, school/academic, and total competence and significantly lower in social problems, rule-breaking, aggressive, and externalizing problem behavior than their age-matched counterparts in Achenbach's normative sample of American youth. Within the lesbian family sample, no Child Behavior Checklist differences were found among adolescent offspring who were conceived by known, as-yet-unknown, and permanently unknown donors or between offspring whose mothers were still together and offspring whose mothers had separated.

    CONCLUSIONS: Adolescents who have been reared in lesbian-mother families since birth demonstrate healthy psychological adjustment. These findings have implications for the clinical care of adolescents and for pediatricians who are consulted on matters that pertain to same-sex parenting.

    Ma, hey, se un'università cattolica dice che tutti questi studi si sbagliano, sarà sicuramente vero.

    E riguardo alla ricerca da te postata: linko questo articolo che dimostra come la ricerca da te postata sia fallace ed incompleta per motivi metodologici.

    E, come si può notare, da ambienti conservatori arriva un tiepido supporto alla ricerca postata sopra da te.

    Ambienti vicini al tema delle adozioni LBGT, invece, rispondono portando le critiche del mondo accademico

    CITAZIONE
    La teoria di gender non è scientifica, invocare la scienza per sostenerla è un autogol logico.
    Colui che introdusse la parola "gender", usata solo in grammatica prima, nell'accezione odierna è un medico neozelandese, John Money.
    Presento qui il suo "esperimento probante": bruce->brenda->David Reimer (cambiò questi tre nomi nella sua vita)
    www.bbc.co.uk/sn/tvradio/programmes...g_summary.shtml
    www.isna.org/faq/reimer

    (Cito l'intersex Society of America, nota fonte bigotta ...).

    Spoiler: non ho parlato di gender. Ho parlato di orientamento sessuale. Un gay può accettare benissimo di essere uomo, ma essere attratto da altri uomini. Non capisco cosa c'entri con quello che ho scritto io :s:

    CITAZIONE
    Permettimi si sorvolare, per favore, sullla filosofia di fondo che "se scegli di non trombare sei represso".

    E, di nuovo, dove avrei detto questo?
    Ho detto che reprimere la propria sessualità porta a spiacevoli conseguenze in modo conscio o inconscio.
    Ho detto che la fedeltà non è paragonabile all'orientamento sessuale.
    Ho detto che spesso chi sceglie di essere casto (per... Vocazione) può capitare che lo faccia (e ho citato due esempi) e che comunque, quella è una scelta.

    Cosa che non si può dire dell'orientamento sessuale.

    Quindi, tralasciando l'articolo da parte dell'università cattolica americana (evidente parte terza che ha commissionato lo studio), il resto sono cose che non c'entrano nulla col mio intervento.

    CITAZIONE
    Permettimi di chiederti conto di un'ultima affermazione invece: potresti portarmi qualche studio che prova che l'attrazione per lo stesso sesso sia innata per tutti (o per la maggior parte dei) casi di attrazione per lo stesso sesso?
    A me risulta che le origini di tale attrazione siano ancora per la maggior parte sconosciute, o conosciute solo superficialmente.

    Qui tutte le fonti necessarie (per gli studi basta cliccare sulle note)
     
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  3. aminth
     
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    Grazie degli spunti, mi aveter dato un sacco di roba da leggere.
    E, ovviamente, altro materiale andrò a cercarmi di persona.

    Una cosa comunque sia chiara.

    Non stiamo neppure discutendo della dignità o dei diritti della persona, ovvio, si sfonda una porta aperta e si insinuano cose che non ho detto.

    Stiamo discutendo di famiglie,
    e di quanto sia o meno giusto equiparare alla Famiglia le altre convivenze di coppia.
     
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  4. Coso (Aka Sad)
     
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    CITAZIONE (aminth @ 15/3/2015, 10:34) 
    Stai per caso affermando che la frase "qualcuno nasce omosessuale, qualcuno lo diventa, qualcuno lo era e ha smesso di esserlo" ti è di scandalo e la consideri alla stregua delle frasi che hai citato tu?

    io spero proprio di no.
    Altrimenti, come dicevo pocanzi, come spieghi la gente che nel corso della sua vita cambia preferenza?

    Hai mai sentito parlare di bisessualità? Persone che provano attrazione per ambo i sessi?

    Semplicemente, molto spesso, i gay che diventano etero erano bisessuali.

    Come si può notare qui, qui e qui le percentuali di successo nella conversione sono misere, tenendo conto che spesso si abbia avuto a che fare non solo con omosessuali ma anche con bisessuali.

    Credo che questo spieghi il perché dei cambiamenti incorsi nelle vite di alcuni.

    Tl;Dr: è probabile che quelli che abbiano cambiato orientamento sessuale non siano mai stati omosessuali sin dall'inizio, ma tutto al più, bisessuali.
     
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  5. Coso (Aka Sad)
     
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    CITAZIONE
    Nessuno combatte le allucinazioni degli omofobi

    Alla fine di maggio ricevo un invito a una conferenza stampa prevista per il 4 giugno per presentare, e cito testualmente,

    un progetto relativo al Portale di documentazione Lgbt, uno strumento che permetterà una maggiore condivisione di tutta la documentazione scientifica sulle complesse tematiche Lgbt. L’iniziativa, organizzata dal Dipartimento per le pari opportunità della presidenza del consiglio dei Ministri – Unar, Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali e dal comune di Torino si inserisce nell’ambito della Strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere 2013-2015 che costituisce il punto di riferimento del lavoro svolto dal Dipartimento per le pari opportunità e che definisce in modo molto semplice e schematico le misure specifiche da mettere in campo per promuovere la parità di trattamento e dare un forte impulso a quel processo di cambiamento culturale così fortemente auspicato, ma ancora non pienamente raggiunto. Il portale che sarà presto online, è inserito come misura all’interno dell’asse comunicazione della strategia nazionale Lgbt, e oltre a rafforzare l’azione di diffusione e implementazione delle buone prassi, intercetterà e raggiungerà in modo capillare i bisogni di tutti coloro che sono interessati alla tematica Lgbt offrendo a essi una risposta adeguata, grazie alla documentazione scientifica raccolta e organizzata in maniera semplice e puntuale”.

    Penso: “Peccato, non posso andarci”. Poi mi consolo leggendo che “presto” sarà tutto online. I vantaggi della tecnologia! Ma perché presto e non subito? E perché a più di dieci giorni dalla conferenza nulla è online? Perché si fa una conferenza per presentare un portale senza portale e cosa significa “che sarà presto online”? Presto quando? I materiali ci sono, quindi qual è la ragione di questo ritardo?

    Proviamo a capirlo.

    Il 9 giugno scrivo all’Unar e a RE.A.DY, Rete nazionale delle pubbliche amministrazioni antidiscriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere (che ha collaborato alla realizzazione del portale), chiedendo quando sarà online il materiale.

    Mi risponde l’Unar: “Per alcuni dettagli tecnici ancora non si sa quando sarà messo online il portale. Si è in attesa di specifiche autorizzazioni. Speriamo al più presto”.

    A parte la speranza, non ne so più di prima.

    Cercando in rete notizie al riguardo, trovo i commenti di alcune associazioni sugli impegni presi l’anno passato dalla ministra dell’istruzione, dell’università e della ricerca Stefania Giannini: “Abbiamo appreso con sconcerto che tutte le azioni originariamente previste in quest’ambito sono state cancellate su richiesta e iniziativa del ministero dell’istruzione. In particolare i momenti di formazione dei dirigenti scolastici sui temi del bullismo omofobico e transfobico verrebbero eliminati in favore di non meglio precisati interventi contro tutte le discriminazioni che devono essere ancora persino immaginati”.

    Sulla giornata “disastrosa” c’è anche un comunicato stampa delle associazioni Lgbt convocate a Roma lo stesso pomeriggio della conferenza stampa: “Delle 17 misure previste dall’Asse educazione e istruzione in sostanza è stata attuata concretamente e parzialmente una sola (il corso di formazione per le figure apicali tenutosi il 26 e 27 novembre 2014, dove tra 41 partecipanti vi era un solo direttore di un ufficio scolastico regionale), tutto il resto è rimasto sulla carta”.


    Andrea Maccarrone, presidente del Circolo Mario Mieli, mi racconta che alcune associazioni erano state convocate nel 2013 per far parte del piano di strategia triennale Lgbt, azione prevista dal governo e in collaborazione con il Consiglio d’Europa. Il piano prevedeva quattro assi di intervento: scuola, sicurezza e carceri, lavoro, comunicazione e mezzi d’informazione. Il portale Lgbt faceva parte di questo progetto (si veda Strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere 2013 – 2015).

    Sulla scuola è sempre stato molto difficile e ci sono state molte proteste, come quelle di Manif pour Tous [un’associazione che si oppone all’uguaglianza dei diritti ed è promotrice del Family day del prossimo 20 giugno]. L’11 luglio 2014 siamo stati convocati dalla ministra Giannini. Davanti alle principali associazioni si era impegnata personalmente a far ripartire la formazione e le azioni previste dall’autunno successivo. In autunno si sono svolti altri due incontri con i funzionari del ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca (Miur). Nell’ultimo, le associazioni sono state escluse perché, non essendo enti formatori, non avevano titolo. In parte sono poi rientrate in nome di alcune ‘buone pratiche’ che potevano essere recuperate. Poi tutto si è fermato. Nel pomeriggio del 4 giugno ci è stato comunicato che il ministero ha deciso di cambiare strategia. Non c’era nessun rappresentate ufficiale del Miur, ma l’Unar e RE.A.DY ci hanno detto che non ci sarebbe stato un piano specifico sull’omofobia e sulla transfobia, ma sul bullismo e sulla discriminazione in generale. Tutto questo senza precisare né i tempi né le modalità. Sembra che, per evitare attacchi frontali sull’omofobia, si voglia nasconderla in un generico piano contro tutte le discriminazioni. D’altra parte, ci è stato detto, gli omofobi hanno raccolto 180mila firme, e mica sono poche! Peccato che la tutela delle minoranze non dovrebbe essere stabilita in base al numero di firme raccolte contro la tutela stessa”.

    In effetti basterebbero poche analogie per cogliere l’insensatezza di una simile giustificazione. Se arrivano le proteste dei mariti che picchiano le mogli? Quante firme servono per cominciare a pensare che forse la violenza domestica non è poi così sbagliata? O se si fosse dato retta alle proteste degli schiavisti? O di chi non voleva autorizzare l’accesso delle donne al voto e a certi lavori?

    E così via con tutti gli esempi che ci vengono in mente rispetto ai tentativi, riusciti o falliti, di garantire a tutti gli stessi diritti e la stessa protezione (che a volte passa inevitabilmente per un’apparente maggiore protezione quando parliamo, appunto, di minoranze oggetto di violenza specifica).

    La maggioranza non ha sempre ragione

    Non si ripeterà mai abbastanza che alcune questioni non dovrebbero essere messe ai voti come si fa riguardo al colore con cui ripitturare la facciata del palazzo in cui vivete.

    L’ultimo commento è apparso pochi giorni fa su Slate e paragona la questione del matrimonio egualitario con il divieto di quello interrazziale negli Stati Uniti ( il 12 giugno è stato il 48º anniversario della sentenza Loving v. Virginia che ha cancellato di fatto la discriminazione d’accesso al matrimonio). Ma potremmo ripescare anche il commento sul referendum in Irlanda o molti altri.

    Il concetto tuttavia è facile: la maggioranza è un meccanismo che può andar bene – o può essere la soluzione meno insoddisfacente – su alcuni argomenti, ma non sui diritti civili e sulla giustizia. Perché se la maggioranza votasse a favore del ripristino della schiavitù, la farebbe forse diventare moralmente ammissibile? E dovremmo renderla di nuovo legale?

    Non solo. “Secondo il progetto iniziale”, aggiunge Maccarrone, “il portale Lgbt doveva essere aggiornato da una redazione. I contenuti iniziali ci sono, ma sarebbero comunque fermi perché i contratti della redazione sono scaduti proprio il giorno della conferenza stampa. Quindi se anche sarà messo online, sarà un sito nato morto. La voce ‘aggiornamento del sito’, secondo l’Unar, andrà in un nuovo e futuro bando. Da ora ad allora, nella migliore delle ipotesi, ci sarà un sito fatto di contenuti non aggiornati. Mi sembra una scelta perfetta: abbiamo fatto il portale, ma non lo mettiamo online così non diamo troppo fastidio…”.

    Che cosa è successo? E che cos’ha da dire il ministero? Scrivo alla caposegreteria del Miur, Elena Actis, chiedendo se ha qualche commento da fare. A oggi nessuna risposta.

    Intanto il 12 giugno il Miur emette un comunicato: Scuola, Giannini: “Stanziati 93,2 mln per l’autonomia e il potenziamento dell’offerta formativa, il 66 per cento in più rispetto al 2014”. Andando a guardare i finanziamenti si possono leggere i destinatari e inferire le gerarchie: “5,2 milioni per la promozione dell’educazione alimentare, con particolare riferimento ai progetti legati ad @Expo2015Milano; 3 milioni per la promozione dalla cultura del Made in Italy; 1 milione per un piano nazionale contro bullismo e cyber-bullismo; centomila euro per i laboratori tecnologici e scientifici”.

    Non saprei che cosa possa essere la cultura Made in Italy, ma deve essere più importante del piano nazionale verso un generico bullismo e cyber-bullismo (speriamo non ispirato al glossario dei comportamenti devianti a cura del ministero della giustizia, secondo il quale il sexting è una condotta deviante e bannare è un comportamento a rischio) e dei laboratori tecnologici e scientifici.

    Non sembra necessario spiegare perché è importante che ci sia un asse scolastico. Ma se non fosse evidente possiamo ripescare le dichiarazioni del direttore dell’Unar. A metà maggio, riferendosi al ddl omofobia (un altro oggetto misterioso finito nel limbo politico, ma che sarebbe una creatura bizzarra in un sistema giuridico che mantiene una discriminazione su matrimonio, adozioni e famiglia), aveva sottolineato che non basta la normativa ma serve un cambiamento culturale.

    E come si fa? La scuola sembra essere proprio un interlocutore privilegiato, ed è per questo che alcune delle liti più furiose si svolgono lì. Dall’ideologia del gender all’educazione sessuale, la scuola è oggetto di interesse maniacale da parte degli ultraconservatori.

    Il lavoro Lgbt e la discriminazione

    Per tornare ai contenuti del progetto che rimane sospeso in una speranzosa attesa da Nessuno scrive al colonnello, ci sono questioni importanti e ancora più sotterranee dei matrimoni o delle adozioni, che pure versano in condizioni pessime.

    Come, per esempio, cosa accade sul lavoro e com’è messo il welfare per i cittadini invisibili o visibili solo a metà. Rispetto al lavoro, Tiziana Vettor (docente di diritto del lavoro all’università di Milano Bicocca) ci ricorda che lo specifico strumento normativo solleva molte domande.

    La tutela delle persone omosessuali è stata introdotta con un decreto legislativo nel 2003, con il quale il legislatore ha attuato la direttiva europea 78 del 2000 per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro, da intendersi come “assenza di qualsiasi discriminazione diretta o indiretta a causa della religione, delle convinzioni personali, degli handicap, dell’età o dell’orientamento sessuale”.

    Per effetto dell’attuazione della direttiva europea, modificata in seguito a una procedura di infrazione della Commissione europea contro l’Italia, allo statuto dei lavoratori sono stati aggiunti un esplicito divieto di discriminazione (diretta o indiretta) basata sull’orientamento sessuale e la nullità del licenziamento discriminatorio.

    Nel dominio della discriminazione rientrano sia le molestie sia tutte quelle circostanze dirette a creare un clima intimidatorio e ostile. Ci sono molti aspetti tecnici, ovviamente, ma il senso e l’intenzione sono chiari: introdurre l’orientamento sessuale tra le possibili condizioni di debolezza del lavoratore e prevedere degli strumenti di difesa e protezione.

    Fin qui tutto bene, ma l’applicazione è pressoché inesistente. Lo specifico strumento normativo previsto a tutela delle persone omosessuali, sottolinea Vettor, ha avuto infatti una scarsa applicazione in sede giudiziale, tanto che risulta reperibile un’unica pronuncia resa dal giudice del lavoro di Bergamo, poi confermata in sede d’appello dalla corte di Brescia.

    Era il caso di un noto avvocato che aveva dichiarato nel corso di un programma alla radio di non voler assumere nel proprio studio avvocati, collaboratori o lavoratori omosessuali.

    Perché ci sono così poche cause? I luoghi di lavoro sono più tolleranti e pluralisti del resto della società e del parlamento (ricordiamo che in assenza di una vera parità il sistema giuridico è intrinsecamente discriminatorio)? Dichiarare il proprio orientamento sessuale significa rischiare? Denunciare una discriminazione è troppo pericoloso? Oppure in un luogo dove dovrebbe valere la competenza, l’orientamento sessuale passa in secondo piano?

    Non sono io che discrimino, sei tu che non meriti l’uguaglianza

    I ritardi, le mancate inaugurazioni online, i dettagli “tecnici” (o politici?), l’assenza di leggi che garantiscano l’uguaglianza sembrano essere tutti segni di una pigrizia istituzionale ingiustificabile. A questo bisogna aggiungere le ipotesi di approssimazione: si fa una conferenza e non si è pronti per mettere online quello che viene presentato o c’è qualche altro ostacolo “tecnico”. E sull’asse scuola? Anche lì c’è una dimenticanza oppure una scarsa volontà di resistere alle proteste ultraconservatrici?

    E ancora: c’è qualcosa da fare? Forse scrivere all’Unar ([email protected]) per chiedere che sia messo online il Portale di documentazione Lgbt (magari mettendo in cc la consigliera del presidente del consiglio dei ministri in materia di pari opportunità, Giovanna Martelli) e al ministero ([email protected]) per chiedere le ragioni del presunto cambiamento di programma o un piano dettagliato su omofobia e transfobia.

    Se la lentezza, la procrastinazione e le presunte violazioni delle promesse sono dovute alle proteste ultraconservatrici (il 20 giugno si svolgerà il secondo Family day, in difesa della famiglia “naturale” che nessuno sa cos’è e soprattutto nessuno vuole attaccare) forse è anche il caso di protestare contro chi lamenta pericoli inesistenti – primo tra tutti, la temibile ideologia del gender – e combatte con tutte le forze contro l’uguaglianza e i tentativi di eliminare o ridurre razzismo, omofobia, transfobia e le altre forme di violenza e ignoranza (questa è una lettura istruttiva: “Mi sono sentita come un’ebrea ad un’adunanza nazista degli anni ’20”).

    E forse è anche il caso di conoscere il dubbio uso di storie personali e di foto nel video che promuove la manifestazione del 20 giugno alla voce “Difendiamo i nostri figli. Stop gender nelle scuole”.

    Leelah Alcorn era una diciassettenne transgender che si è uccisa nel 2014. Come scriveva qualche giorno fa Sergio Lo Giudice, “è una violazione intollerabile della sua memoria che le sue immagini vengano utilizzate per promuovere paura e disprezzo verso altri ragazzi e ragazze. Voi ‘difensori dei vostri figli’, ricordate che Leelah era una di loro, uccisa dalla sfortuna di essere capitata in una delle vostre famiglie”.

    Il Family day si svolgerà perché ci sono alcuni che vogliono difendersi dai fantasmi degli attacchi contro le famiglie, quelle vere e tradizionali, in un’ottica claustrofobica e presuntuosissima. Se fosse tutto qui – ognuno “si difende” da quello che vuole, anche dalla propria ombra – ci sarebbe da sorridere e scrollare le spalle. Ma il Family day è solo un frammento in uno scenario abbastanza spaventoso. Il vicariato, nel frattempo, invita i professori di religione ad accorrere in piazza, mentre il comune di Civitanova Marche dà il patrocinio a iniziative discutibili e allucinatorie.

    Non mancano solo le leggi, ci sono troppi spazi occupati da individui che non ammetterebbero mai di essere discriminatori e che non vedono o non vogliono vedere che le loro paure sono infondate. Ma in fondo hanno ragione, non sono mica loro a essere razzisti, sono quegli altri che sono negri.

    di Chiara Lalli pubblicato su Internazionale
     
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  6. Einl
     
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    Da La Repubblica:

    CITAZIONE
    Family day, cattolici in piazza a Roma contro le unioni civili: "Siamo più di un milione"


    Che ne pensate di questa manifestazione?
     
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  7. Coso (Aka Sad)
     
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    Non posso dire quello che penso perché potrei urtare la sensibilità di persone credenti.
     
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  8. Einl
     
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    CITAZIONE (Coso (Aka Sad) @ 20/6/2015, 19:17) 
    Non posso dire quello che penso perché potrei urtare la sensibilità di persone credenti.

    Se è vero che è giusto che ci siano le unioni civili/matrimonio/altro nome per i gay, trovo giusto però che non ci sia "l'utero in affitto".
     
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  9. Coso (Aka Sad)
     
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    CITAZIONE (Einl @ 20/6/2015, 19:20) 
    Se è vero che è giusto che ci siano le unioni civili/matrimonio/altro nome per i gay, trovo giusto però che non ci sia "l'utero in affitto".

    *Respiro profondo*

    Tralasciando il discorso "utero in affitto" (che soltanto le famiglie più ricche possono permettersi), esiste anche quella cosa chiamata adozione.

    Le sentinelle in piedi, gli ultracattolici e gli omofobi non si stanno battendo perché vogliono che sia impedito qualcosa che provochi a loro un danno, ma solo per negare un diritto ad altre persone.

    Che sia quello di sposarsi o quello di adottare un bambino.

    Ed è una cosa ancora prima che squallida, ridicola.
     
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  10. Einl
     
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    CITAZIONE (Coso (Aka Sad) @ 20/6/2015, 19:27) 
    CITAZIONE (Einl @ 20/6/2015, 19:20) 
    Se è vero che è giusto che ci siano le unioni civili/matrimonio/altro nome per i gay, trovo giusto però che non ci sia "l'utero in affitto".

    *Respiro profondo*

    Tralasciando il discorso "utero in affitto" (che soltanto le famiglie più ricche possono permettersi), esiste anche quella cosa chiamata adozione.

    Le sentinelle in piedi, gli ultracattolici e gli omofobi non si stanno battendo perché vogliono che sia impedito qualcosa che provochi a loro un danno, ma solo per negare un diritto ad altre persone.

    Che sia quello di sposarsi o quello di adottare un bambino.

    Ed è una cosa ancora prima che squallida, ridicola.

    Sì, infatti non si capisce perché negare dei diritti a delle persone che non fanno nulla di male. Qual è il problema ad esempio se in una coppia gay ci sono cose come la pensione di reversibilità?
     
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    La sintesi è in questo articolo, e in altri del blog
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  13. Einl
     
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    Cosa pensate dell'utero in affitto?
    Ed inoltre cosa pensate del ddl cirinnà?
     
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  14. Coso (Aka Sad)
     
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    CITAZIONE (Einl @ 13/10/2015, 14:28) 
    Cosa pensate dell'utero in affitto?

    Che è un vezzo evitabile. Se una coppia che non può avere figli (sia etero o omosessuale), può sempre adottare bambini.



    CITAZIONE
    Ed inoltre cosa pensate del ddl cirinnà?

    Che deve passare dall'aula e non sappiamo come uscirà.
     
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  15. Einl
     
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    E dell'attuale ddl cirinnà cosa ne pensi?

    CITAZIONE
    Che è un vezzo evitabile. Se una coppia che non può avere figli (sia etero o omosessuale), può sempre adottare bambini.

    Anche se questi figli li potessero avere?
     
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75 replies since 14/3/2015, 21:38   2636 views
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