Juventus F.C.

Il topic bianconero

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  1. El Rafko
     
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    The Phenom

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    Visto che è l’argomento caldo del momento, spendo anch’io due parole in croce sul caso Dybala.

    La situazione del rinnovo sicuramente non è stata gestita nel migliore dei modi, ma quella che doveva essere una semplice formalità si è lentamente trasformata in un braccio di ferro che ha logorato i nervi di tutti: la società e la squadra da una parte, il giocatore e i suoi agenti dall’altra, i tifosi nel mezzo, e a guadagnarci alla fine non è stato nessuno, anche se qualcuno a mio parere ne esce meglio, qualcun altro peggio.

    Dopo anni di errori e rinnovi faraonici, che – in un quadro economico già gravemente compromesso dall’emergenza pandemica – ancora pesano sui bilanci della Juventus come un macigno, la società ha deciso di tornare agli albori esercitando più cautela nelle proprie scelte. Giusto che a farne le spese sia un giocatore con un talento così grande, quando tanti altri più mediocri di lui nel recente passato hanno vissuto all’ingrasso? Forse no, ma a pesare in questo caso non credo sia stata soltanto la questione economica.

    Uno dei più grossi problemi di Paulo Dybala è che, stagione dopo stagione, è sempre più emerso come un equivoco tattico ambulante. È un giocatore troppo specifico per adeguarsi ai moduli, e allo stesso tempo troppo carente per essere un accentratore. Non può giocare in un 4-3-3, perché non ha la gamba di un’ala né la fisicità di una prima punta. Non può fare il trequartista in un 4-2-3-1, perché non ha grandi doti di rifinitura e tende a scomparire quanto più distante gioca dalla porta. In poche parole bisogna costruirgli attorno un sistema di gioco a sua immagine e somiglianza, aderente alle sue caratteristiche, posizionandolo in una ristretta zona di campo come seconda punta e sollevandolo da qualsiasi responsabilità in fase di non possesso. E questo la Juventus non può permetterselo, perché imporrebbe la subordinazione di tutto il resto della squadra: si dovrebbero prendere diversi giocatori in grado di sostenere questo sistema, e molti altri verrebbero schierati fuori ruolo, con conseguente risentimento delle loro qualità (pensate che spreco vedere un Chiesa a fare il fluidificante, o la mezzala). È anche un discorso incoerente con quanto visto negli ultimi anni, sia perché Dybala è un giocatore fisicamente sempre meno integro e spesso propenso all’infortunio, sia perché, quando c’era da condividere il palcoscenico per elevarsi come un punto di riferimento, eccetto rari casi, ha quasi sempre perso il confronto: prima con la coppia Mandzukic-Higuain (più prolifico il secondo, almeno nel suo prime bianconero, più collante il primo), poi con Cristiano Ronaldo, infine con Vlahovic (e ci aggiungerei anche Cuadrado).

    La Juventus al momento è una squadra senza identità, e per tornare competitiva ad alti livelli non può affidarsi a un calciatore che, sul campo, si è trasformato nell’antitesi stessa dell’identità, e che a quasi 29 anni si comporta come se il meglio sia ormai alle sue spalle. Personalmente, e questa prendetela strettamente come una mia opinione, trovo anche assurdo che un giocatore arrivi a chiedere un sostanzioso aumento del proprio ingaggio quando il suo rendimento suggerisce l’esatto contrario: se le società sono spesso e volentieri ottuse, i giocatori con la loro ingordigia non sono certo dei santi, perché guadagnare 50 milioni o 5 non incide in alcun modo sul tuo tenore di vita, che non potrebbe essere più alto di così in entrambi i casi. E il discorso ovviamente vale per tutti, il caso Messi insegna.

    Mi dispiace molto, perché il suo valore tecnico per quanto mi riguarda è indiscutibile (per il modo in cui “danza” col pallone, e solo per quello, a me ha sempre ricordato molto Del Piero), e nei suoi 7 anni in bianconero ha saputo anche far mostra di un grande estro e di giocate difficilmente imitabili. Ma gli sono mancate continuità e personalità, due doti fondamentali nel calcio moderno. Ce le hai o non ce le hai. Lui non le ha avute, e questo ha fatto la differenza.

    Ultima chiosa su Arthur, visto che si parla sempre di Juventus. Ragazzi, ma quanto è miracolato questo qua? Vederlo giocare a calcio, se di calcio si può parlare nel suo caso, è avvilente. In una partita arriva a fare anche più di 100 passaggi con percentuali di riuscita tra il 95% e il 100%, quasi tutti in orizzontale o all’indietro. All’infuori di questo, il nulla: non una verticalizzazione, un’accelerazione, un lancio lungo, un cambio di campo, un tiro, un tentativo di prendersi una responsabilità… niente di niente. Non ha atletismo, non ha velocità, non ha intensità, non ha elevazione, non ha potenza, non ha visione di gioco. Non è neanche molto integro fisicamente, visto che spesso è stato fuori per infortunio. C’è o non c’è è lo stesso, neanche te ne accorgi. L’unica cosa che gli riesce è il fraseggio negli spazi stretti a pochi tocchi con compagni tecnicamente molto dotati, non a caso funzionava nel Barcellona residuale del tiki-taka, una squadra abituata a fare molto palleggio. Fuori da quel contesto, è un giocatore incredibilmente modesto, per non dire inconsistente. E il suo cartellino, nell’ambito dello scambio con Pjanic, è stato valutato qualcosa come 80 milioni di euro: di gran lunga il peggior acquisto mai fatto dalla Juventus in tutta la sua storia.
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