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Sono epiteti, quindi sì, in teoria andrebbero tradotti.
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CITAZIONE (Marshall D. Rufy @ 26/4/2024, 19:05) Sono epiteti, quindi sì, in teoria andrebbero tradotti. Come detto, la differenza mi pare chiara rispetto a tutti gli altri: quanti sono i casi in cui Sanji viene chiamato "gamba nera" o Zoro "cacciatore di pirati"? Un po', ma mille volte sono più i casi in cui vengono chiamati per nome. L'opposto vale per gli Ammiragli, che "Borsalino" o "Sakazauki" vengono chiamati solo saltuariamente.
Ma ovviamente ad ognuno le sue preferenze, questo è chiaro.
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Ma sono parole con un significato, non nomi di persona. Quel che non deve essere toccato è Sakazuki, Kuzan e Borsalino che in quanto nomi non sono traducibili, non hanno un significato. Invece quelle altre sono parole traducibili, e se a qualcuno suonano male in italiano è solo perchè da sempre si usano con abitudine i termini non tradotti giapponesi. Il criterio deve essere unico, o si traduce tutto o non si traduce niente (ed ha implicitamente più senso tradurre che non tradurre) In questo caso è stata portata avanti un'insensatezza che ha creato un'abitudine radicata, ma insensatezza resta. Sakazuki cane rosso, Kuzan fagiano blu e Borsalino scimmia gialla non sono adattamenti illegibili, suonerebbero in modo normalissimo se fossero stati usati da sempre come avvenuto per tutto il resto. Invece ci ritroviamo con una specie di doppio nome, tanto parole come kizaru-akainu-aokiji a noi suonano esotiche e sembrano nomi, e quindi Sakazuki/Akainu, Kuzan/Aokiji e Borsalino/Kizaru da utilizzare in modo ambivalente e ciò va bene solo perchè è andata così. Se domani un bambino di 8 anni leggesse fin dall'inizio la vera versione, gli sembrerebbe alieno chiamare Sakazuki "akainu" piuttosto che "cane rosso"
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Per me è tutta una questione di adattamento e di abitudine.
All'epoca probabilmente non avevano capito che fossero dei soprannomi e pensarono che fossero dei veri nomi, quindi li lasciarono in giapponese. Se li avessero tradotti fin da subito, oggi magari non ci sembrerebbe strano leggere un personaggio che dice "Cane rosso".
Un altro caso è quello di Kuma, che è sempre stato reso come "Orso" e quindi italianizzato, mentre, essendo "Kuma" il nome del personaggio, andava lasciato in giapponese. Evidentemente all'epoca della prima edizione gli adattatori (Yupa non c'era ancora) pensarono che "Kuma" fosse un epiteto e non un vero nome.
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