| Giusto per fare una ricapitolazione, ecco il programma dei partiti più in voga:
PdL
In generale, il PdL si propone di pensare alla famiglia, allo sviluppo, alla riduzione dei costi dello Stato e della politica, per favorire il futuro dei giovani e quello delle imprese e del lavoro. Inoltre il Popolo della Libertà vuole costruire istituzioni più moderne e vuole arrivare ad avere una giustizia degna di un Paese civile. PensioniPer quanto riguarda le pensioni, il PdL si dichiara pronto a rivedere la riforma, che è stata approntata dal ministro Fornero, mettendo a punto un nuovo canale di pensionamento per lasciare prima il lavoro, a 58 anni. Il partito di Berlusconi ha già affrontato l’argomento, prevedendo un sistema pensionistico che si basa su disposizioni precise: dal 2013 l’adeguamento, ogni tre anni, dell’età pensionabile alla speranza di vita. Inoltre era stato stabilito che dal 2012 le dipendenti donne della Pubblica Amministrazione potessero andare in pensione a 65 anni, al pari degli uomini. Scuola e universitàSulla scuola il PdL parla di valutazione degli istituti, dei docenti e delle università, per favorire la meritocrazia. Sono previsti l’avvio e lo sviluppo dell’Agenda digitale nella scuola e si vorrebbe promuovere il rapporto scuola-impresa, sostenendo i percorsi di formazione professionale. Il percorso educativo dovrebbe iniziare a cinque anni e le scuole dovrebbero essere autonome nella scelta degli insegnanti, per una gestione efficiente dell’offerta scolastica. Per l’università, in particolare, è stata avanzata l’ipotesi di razionalizzazione della distribuzione territoriale degli atenei e dei corsi. Più inglese per tutti e raddoppio della detassazione degli utili che vengono reinvestiti nella ricerca. Inoltre, prestiti d’onore per l’accesso allo studio ed esenzione fiscale totale sulle borse di studio. Abolizione delle ProvinceSilvio Berlusconi stesso ha promesso agli italiani di abolire le Province, per recuperare dieci milioni di euro. Era stato detto che il progetto riguardava l’abolizione degli enti locali e non solo quelli delle città metropolitane. A Porta a Porta l’ex Premier aveva sottolineato che le Province sono tutte inutili e rappresentano soltanto una fonte di costo per i cittadini. Berlusconi auspica, su questo argomento, una concordia fra tutte le forze politiche. Tasse: Imu e patrimonialeIl PdL promette di ridurre le tasse per le imprese e ultimamente è stata fatta dallo stesso Berlusconi una proposta choc in relazione all’Imu. Il Cavaliere non soltanto ha detto di voler togliere l’Imu sulla prima casa, ma di voler restituire agli italiani i soldi che hanno già pagato. Sulla patrimoniale, Berlusconi è completamente contrario, anche se era circolata qualche voce riguardo alla possibilità di voler procedere alla tassazione dei redditi più elevati. In ogni caso, lo stesso Cavaliere ha sottolineato: “La differenza tra noi e la sinistra sono le tasse. Loro vogliono aumentarle e vogliono anche la patrimoniale“. ImmigrazionePer quanto riguarda l’immigrazione, il programma del PdL è sostanzialmente d’accordo con quello della Lega Nord. Il programma prevede un incremento della lotta per la legalità, per contrastare anche i fenomeni dell’immigrazione clandestina. Inoltre si vogliono rafforzare gli accordi bilaterali fra gli Stati per attuare effettive politiche di rimpatrio per gli stranieri clandestini e perché essi scontino la pena detentiva nei Paesi d’origine. LiberalizzazioniAl momento non sono previsti dei punti specifici sulle liberalizzazioni. Il PdL ne aveva parlato qualche tempo fa, proponendo al Governo 13 tematiche: energia, trasporti, servizi pubblici locali, banche, professioni, farmacie, taxi, servizi postali, tlc, distribuzione dei carburanti, giustizia civile, privatizzazione dell’Inail e diritto d’autore. In generale, il PdL intendeva rimuovere quegli ostacoli, che non consentono di semplificare le normative e di stimolare gli investimenti. L’intento era quello di promuovere una maggiore concorrenza e di aprire in certi settori la partecipazione dei privati. SanitàSulla sanità il programma del PdL riporta un principio generale, che è riferibile anche a questo campo: “I costi per i beni e i servizi, ivi compreso il costo per il personale, in tutte le regioni e gli enti pubblici, devono essere quelli relativi al valore più basso (costi standard)“. Il portavoce del PdL, Daniele Capezzone, ha sottolineato che è paradossale che in alcune zone del Paese una siringa costi molto di più rispetto ad altre zone. Però ha specificato che quella della sanità è una tematica di competenza regionale. SicurezzaAnche per la sicurezza c’è una coincidenza di intenti fra il programma del PdL e quello della Lega. Si vuole contrastare la criminalità organizzata e si vuole incrementare la lotta per la legalità, per contrastare l’immigrazione clandestina e la criminalità predatoria. Il PdL vuole potenziare le forze dell’ordine, assicurando sostegno economico e logistico. Inoltre vuole mettere in atto un efficace presidio del territorio, coinvolgendo anche le regioni e gli enti locali nei patti territoriali per la sicurezza. E’ prevista una nuova legislazione per combattere il degrado nelle aree metropolitane. FONTE
PD
Il programma del PD per le politiche 2013 è fortemente incentrato sul lavoro e sull’Europa: sono i temi chiave della campagna elettorale di Bersani che sta insistendo sulla centralità del lavoro come cardine dell’azione di governo in caso di vittoria. Andiamo a vedere, punto per punto, quali solo le proposte del Partito Democratico per queste elezioni. PensioniSul tema delle pensioni l’aspetto più pressante è rappresentato dagli esodati e l’intervento sulla riforma Fornero in materia pensionistica. Primo aspetto dunque è il completamento della copertura finanziaria per gli esodati, sia sfruttando il fondo solidarietà già istituito con l’ultima legge di stabilità, sia attingendo dai risparmi prodotti dalla stessa riforma. Il nodo centrale anche in un medio e lungo periodo è una nuova rivalutazione del sistema in uscita. Troppo rigido quello della Fornero, che ha portato al problema degli esodati: per questo il PD propone un sistema pensionistico più flessibile in uscita, con una forbice d’età più larga e con programmi di invecchiamento attivo (incentivi e disincentivi a seconda che si scelga di lavorare più o meno), ferma restando la stabilità finanziaria. Scuola e UniversitàAltro tema centrale nel programma del PD è il rilancio della scuola e dell’università, fortemente legate al tema del lavoro. “Non c’è futuro per l’Italia senza un contrasto alla caduta drammatica della domanda d’istruzione registrata negli ultimi“, si legge nel documento programmatico. Questo si traduce in un rilancio degli investimenti nel settore dell’istruzione a tutti i livelli, in modo da garantire “stabilità, fiducia e risorse“. Non più tagli, ma “processi di riqualificazione e di rigore della spesa” per migliorare il sistema pubblico e dare il via a “un piano straordinario contro la dispersione scolastica, soprattutto nelle zone a più forte infiltrazione criminale“. Vari i punti toccati a partire dalle scuole dell’infanzia con l’obiettivo di arrivare alla copertura del 33% per gli asili nidi, come chiesto dall’Europa. Per le scuole primarie e medie si torna a parlare del tempo pieno con un “tempo scuola” più lungo per gli alunni delle medie e scuole aperte anche di pomeriggio con varie attività. Il ciclo superiore viene diviso in un biennio unitario a cui segue la scelta dell’istituto da frequentare. Altro punto è la creazioni di “Poli per l’Istruzione Tecnica Superiore”, scuole e centri per la formazione legati alle imprese per il rilancio del Made in Italy. Altro problema quello delle docenze: il PD propone un piano pluriennale di esaurimento delle graduatorie dei precari. Anche per l’Università e la Ricerca si parla di investimenti: proposta anche la creazione di un Programma Nazionale per il merito e il diritto allo Studio che aiuti a risolvere il problema della dispersione scolastica e a sostegno delle famiglie, contratto unico per i ricercatori e politiche di incentivi per le assunzione. Abolizione delle provinceL’abolizione delle province passa da una riforma degli enti locali. Per le province si chiede una definizione chiara delle funzioni delle “nuove province”, mappatura delle aree di nuova creazione, varo delle Città metropolitane come anello di congiunzione tra enti locali e Regioni, investimenti per evitare il passaggio delle deleghe ai Comuni che non sono preparati, mantenimento della nuova Provincia all’interno della Costituzione. Tasse: Imu e patrimonialeTema scottante quello delle tasse. Il PD in generale propone un abbassamento delle imposte sul lavoro, tenendo in equilibrio i conti grazie a una politica di lotta all’evasione fiscale che si concentri sulla trasparenza dei pagamenti e delle operazioni finanziarie, a loro volta rese più difficili se spostano fondi in altri paesi per non pagare le tasse. Su quella che è diventata la tassa della campagna elettorale, l’Imu, si prevede di eliminarla per le prime case fino ai 400-500 euro, innalzando con gradualità progessiva quella su immobili che superino 1,5 milioni di euro di valore catastale, pari a 3 milioni d valore commerciale. Sulla patrimoniale non vengono proposte tasse dirette, ma un sistema di trasparenza e tracciabilità per accertare il pagamento o meno delle imposte già previste. ImmigrazioneSul tema dell’immigrazione il PD lega le proposte al piano dei diritti, in particolare per quello che riguarda la cittadinanza ai figli degli immigrati nati e cresciuti in Italia. L’approvazione della norma è presa come simbolo della svolta nelle politiche sui diritti e viene proposta come primo atto da compiere entro 100 giorni di governo. In materia di immigrazione, le proposte si insinuano nel solco della tradizione europea che favorisca la regolarizzazione degli immigrati con temi chiavi “lotta alla illegalità” e “tutela dei lavoratori”. In materia di quote, il quadro di riferimento è quello europeo con procedure uniformi in tutta l’Unione per la politica d’ingresso e la promozione della mobilità all’interno dei vari Paesi, mantenendo in fatto di quote la competenza nazionale a livello settoriale. Si passa dall’eliminazione del reato di immigrazione clandestina, al superamento dei Centri di Identificazione ed Espulsione, la revisione dei reati collegati a quello di immigrazione clandestina, mantenendo al contempo quelli di traffico di essere umani e sfruttamento degli immigrati, lotta all’immigrazione clandestina che prevede anche nuove modalità per l’ingresso “a chiamata”, investimenti in tutte le attività che favoriscano l’integrazione. LiberalizzazioniForte della “lenzuolate”, Bersani punta a riproporre nuove liberalizzazioni che toccheranno vari temi: le professioni, i farmaci, i carburanti e l’energia, banche, trasporti e poste, assicurazioni, commercio, semplificazione per le imprese e la tutela dei consumatori. SanitàSanità pubblica per tutti ed efficiente. Per arrivare a questo il PD propone interventi rigorosi che partono da “legalità e trasparenza”. In pratica si traduce in una rete di assistenza che preveda un livello territoriale di forte compenetrazioni tra ospedali e medici sul territorio, una rete di assistenza a media intensità di cura e una riduzione degli ospedali altamente tecnologici per i casi acuti e le emergenze. Attenzione anche alla sanità pubblica come fattore di sviluppo e non solo come spesa e valorizzazione dei medici e operatori sanitari nelle aziende e negli ospedali. SicurezzaIn materia di sicurezza, che il PD definisce come “diritto di libertà, uno dei fondamentali di cittadinanza”, la proposta passa per una riorganizzazione più efficiente a livello strutturale e territoriale delle forze di sicurezza che devono avere più risorse e mezzi. Si punta quindi a semplificare e a esaltare le professionalità con una riorganizzazione sul territorio e nei rapporti con gli apparati centrali. FONTE
Scelta Civica
Mario Monti sceglie due temi chiave per la sua politica: “Cambiare l’Italia, riformare l’Europa“. Per uscire dalla crisi e far ripartire il Paese sono necessarie le riforme ma anche un nuovo approccio nei confronti dell’Europa dove l’Italia deve far sentire la sua voce per combattere la politica dell’austerità a tutti i costi. Andiamo a vedere, punto per punto, cosa promette il programma elettorale di Monti. PensioniIl governo Monti ha agito sulle pensioni con la riforma Fornero ed è da qui che il programma elettorale vuole partire, da “un sistema più sostenibile e avanzato”, come viene definito nell’agenda Monti. Gli interventi non verrranno sprecati e al primo posto tra le priorità c’è la necessità di informare i singoli lavoratori sulle pensioni che andranno a ricevere per pianificare l’uscita dal mondo del lavoro. Altro punto è incentivare i fondi pensionistici integrativi che non hanno preso piede in Italia: si punta a dare nuovo impulso al sistema intergrativo dando incentivi alla fusione tra il fondo statate e quello integrativo. Come ricordato anche da Pietro Ichino, passato dal PD alle file di Monti, il programma non prevede un innalzamento dell’età pensionabile. Scuola e UniversitàScuola e Università sono viste come “le chiavi per far ripartire il Paese“. Per questo si chiede di “invertire la rotta“, anche e soprattutto per fermare l’abbandono scolastico che ha raggiunto numeri importanti, al di sopra della media europea e dei paesi dell’Ocse. Quindi investimenti per motivare gli insegnanti, puntando sulla qualità dell’insegnamento con un rafforzamento del sistema di valutazione INVALSI e INDIRE e incentivi sia ai dirigenti scolastici sia agli insegnanti per cui si prevede un premio economico annuale per chi abbia raggiunto i migliori risultati. Per far fronte all’abbandono scolastico si punta su percorsi di orientamento efficienti. Priorità nei prossimi 5 anni è realizzare un “piano d’investimenti in capitale umano“, possibile solo con la riduzione del debito pubblico e l’eliminazione delle spese inutili. Per la ricerca e l’Università si prevede di continuare il censimento promosso dall’ANVUR per valutare i prodotti di ricerca e si punta a incentivare gli investimenti dei privati anche con agevolazioni fiscali. Abolizione provinceUno dei passaggi del governo Monti che è mancato all’appelo è stata l’abolizione delle Province, bloccata nel suo inter legislativo. La proposta rimane in agenda e prevede di eliminare tutti gli enti Provinciali, passando le competenze e personale alle Regioni fino a una sua riduzione tramite pensionamenti e blocco del turn over. Si prevede al contempo il mantenimento simbolico delle province dove la presenza della provinca sia utile per un carattere di immagine o di organizzazione come nel caso di indirizzi postali o le targhe automobilistiche. Tasse: Imu e patrimonialePunto scottante per Monti rimane quello delle tasse: al governo era infatti toccato l’onere di alzarle e di riportare in vigore imposte prima eliminate e poi di nuovo previste dal precedente governo Berlusconi come l’Imu. È proprio la tassa sulla prima casa il fulcro della campagna elettorale per tutti i soggetti politici e anche il professore fa la sua parte con la promessa della riduzione già a partire dal 2013. Ciò sarà possibile innalzando la detrazione ora prevista di 200 euro fino a 400 euro, a cui si sommano quelle per ogni figlio a carico fino ai 26 anni che passa da 50 a 100 euro, e quelle per le prime case di anziani soli che sale a 100 euro. Sulla patrimoniale invece l’agenda Monti parla di un “nuovo carico sui grandi patrimoni e sui consumi che non impattano sui ceti medi e più deboli“: in sostanza si tratterebbe di una patrimoniale che andrebbe a coprire i costi della riduzione del carico fiscale su imprese e lavoro. Lo stesso Monti però ha chiarito che non c’è al vaglio l’ipotesi di una patrimoniale. ImmigrazioneIl tema dell’immigrazione non compare nelll’agenda Monti. Il programma del professore non affronta la tematica e al momento non ha messo nero su bianco quali sarebbero le proposte in caso di successo alle elezioni. Una mancanza o una dimenticanza? La stessa Europa ha espresso più volto il disappunto per la Bossi-Fini e i punti più controversi come il reato di immigrazione clandestina. IN più ci sono gli ultimi dati sulla fuga degli immigrati dal nostro Paese verso altre realtà del Nord Europa: insomma, serve una politica sull’immigrazione che al momento nom è entrata nell’agenda Monti. LiberalizzazioniUno dei punti forte del programma è quello delle liberalizzazioni, già attuate in parte nell’anno di governo. Nel programma si propone di proseguire nel’attività di liberalizzazione toccando i settori che ne sono stati esclusi ed eliminando o limando norme e leggi che ne limitano l’attuazione a livello regionale e locale. La libera concorrenza è un tema cardine non solo della politica ma della carriera di Monti, già commissario europeo: anche per questo si chiede un’apertura al mercato delle società di servizi a cui si aggiunge la Legge Annuale sulla Concorrenza, strumento per vagliare a scadenza periodica se e quali impedimenti stiano bloccando la libera concorrenza. SanitàSul welfare e sulla sanità sono arrivate le stoccate più pesanti nel corso dell’anno di governo. Moti aveva definito “insostenibile” l’attuale sistema sanitario ed è da qui che parte il programma elettorale. La sanità va quindi riformata in base al principio di appropriatezza delel cure/efficacia con una politica di riduzione degli sprechi che preveda anche una gestione manageriale basata sui risultati e condotta nella massima trasparenza. Nessuna contrapposizione poi tra pubblico e privato e un’assistenza domiciliare per i pazienti parzialmente o totalmente non autosufficienti più capillare, oltre alla riforma dell’ISEE per garantire un accesso più semplice e diretto alle prestazioni agevolate per chi ne ha davvero bisogno. Infine uno sguardo al mondo del volontariato, da sostenere e valorizzare. SicurezzaAnche il fattore sicurezza viene declinato rispetto all’economia e nel programma entrano punti chiavi dell’azione di governo in caso di successo. Nuova e coerente disciplina per il falso in bilancio, la corruzione e il riciclaggio, ma anche riduzione dei termini di prescrizione per avere azioni più rapide di controllo e contrasto dei reati e una disciplina sulle intercettazioni. Impegno inoltre anche per la lotta alle mafie e al loro potere economico che può essere contrastato con nuove procedure per le gare d’appalto e con il potenziamento dell’Agenzia per i beni confiscati. FONTE
M5S
Il Movimento 5 Stelle in linea di massima su molti argomenti si pone in controtendenza rispetto agli altri schieramenti politici, perché propone una visione alternativa e affronta anche degli argomenti a cui gli altri spesso non hanno pensato. Per alcuni tutto ciò potrebbe essere il punto decisivo, che faccia scattare il favore nei confronti di questi volti nuovi che si presentano come candidati. PensioniNel programma elettorale del Movimento 5 Stelle non si parla in modo specifico delle pensioni. Comunque già gli esponenti del partito si erano espressi sulla questione qualche tempo fa, sostenendo che deve esserci un minimo per gli indigenti e un tetto massimo per tutti gli altri. Inoltre, era stato detto che non ci dovrebbe essere nessun innalzamento dell’età pensionabile, prevedendo comunque una riforma delle pensioni che deve essere rivolta a tutti e non soltanto a qualcuno. L’età per andare in pensione, secondo il M5S, è 60 anni. Inoltre si vogliono abolire le pensioni superbaby dei parlamentari. Scuola e universitàIl Movimento 5 Stelle vuole abolire la legge Gelmini e contemporaneamente anche il valore legale dei titoli di studio. Si punta molto su internet e la tecnologia, perché si vuole la diffusione obbligatoria di internet nelle scuole con la possibilità di accesso per gli studenti. Si vogliono gradualmente togliere i libri stampati, per aprirsi al formato digitale. Inoltre, le risorse finanziarie dello Stato dovrebbero andare soltanto alla scuola pubblica. Per l’insegnamento universitario, vengono previsti investimenti nella ricerca e lezioni a distanza via internet, inoltre si punta sull’integrazione fra università e aziende. Abolizione delle ProvinceIl tema dell’abolizione delle Province si inserisce nell’ambito del programma che riguarda lo Stato e i cittadini. Il Movimento 5 Stelle parte dalla constatazione che l’attuale organizzazione dello Stato sia troppo costosa, burocratica e inefficiente. Gli esponenti del M5S credono che i partiti si siano sostituiti alla volontà popolare e che il Parlamento non rappresenti più i cittadini. Tasse: Imu e patrimonialePer le tasse, si vuole un allineamento delle tariffe di energia, di telefonia e di connettività con gli altri Paesi europei. In particolare, si vuole abolire il canone telefonico per l’allacciamento alla linea fissa. Inoltre, il M5S vuole l’abolizione dei monopoli di fatto, come Telecom Italia, Eni, Enel, Mediaset e Ferrovie dello Stato. Si vogliono favorire le produzioni locali e si vogliono sostenere le società no profit. Si vogliono introdurre dei disincentivi per le aziende che generano un danno sociale e si vuole garantire il sussidio di disoccupazione. Per quanto riguarda l’Imu, Beppe Grillo ha accusato Berlusconi, Monti, Bersani e Casini, definendoli la “banda dei quattro” e dichiarando che proprio sull’Imu hanno avviato un’operazione di distrazione di massa, per togliere l’attenzione sulla disoccupazione e sulle imprese che chiudono. Non ci sono riferimenti specifici alla patrimoniale. ImmigrazioneIl Movimento 5 Stelle prevede l’insegnamento gratuito della lingua italiana per gli stranieri, che è obbligatorio nel caso venga effettuata la richiesta di cittadinanza. L’anno scorso Grillo aveva detto che la cittadinanza per chi nasce in Italia, se i genitori non ce l’hanno, è senza senso. Nel programma non compaiono indicazioni precise su questo argomento. LiberalizzazioniIl programma del Movimento 5 Stelle parla anche delle liberalizzazioni. Su questo tema ci sono due riferimenti in particolare. Il primo riguarda la riduzione della proprietà intellettuale a 20 anni e l’abolizione della legge Urbani sul copyright. Il secondo è relativo invece alla depenalizzazione della diffamazione. SanitàMolto ampiamente è trattato il tema della salute. I punti fondamentali consistono nella gratuità delle cure e nell’equità di accesso, nella promozione dell’uso dei farmaci generici e fuori brevetto, equivalenti e meno costosi rispetto a quelli di marca; si punta poi sull’informazione con un adeguato programma di educazione sanitaria. Si vogliono proibire gli incentivi economici agli informatori scientifici sulle vendite dei farmaci e si vuole incentivare i medici a rimanere nel pubblico. Si pensa ad allineare l’Italia agli altri Paesi europei per ciò che riguarda la lotta per il dolore. Inoltre, è prevista un’organizzazione completamente diversa rispetto a quella attuale: liste di attesa pubbliche e online, istituzione di centri unici di prenotazione online, investimenti sui consultori familiari, convenzioni con le strutture private, limitazione dell’influenza dei direttori generali nelle Asl e negli ospedali. SicurezzaIl punto centrale nel programma è rappresentato dal fatto che si vogliono rendere ineleggibili i condannati. Secondo Grillo, infatti, siamo governati da politici la cui fedina penale è molto discutibile. Secondo gli esponenti del M5S sono proprio questi politici che hanno liberato 30.000 delinquenti e che hanno fatto delle leggi permettendo l’entrata nel nostro Paese di un numero superiore di stranieri rispetto a quello che poteva essere assorbito. Inoltre, i politici non hanno fatto altro che tagliare i fondi per le forze dell’ordine. FONTE |
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