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Grazie del capitolo. Non posso negare che io stia aspettando con trepidazione la saga successiva, per tutta una serie di motivi, ma devo dire che gli ultimi capitoli sono stati, a mio avviso, sopra la media. L'ultimo era ricco di Pathos, questo si articola su due livelli: da un lato abbiamo Sanji che prosegue il suo viaggio verso la sposa e Big Mom e dall'altro la staticità ardentemente difesa e professata da Rufy, nonostante le perplessità di Nami. Forse il nostro capitano potrà sembrare un pò bambinesco, visto che non solo si rifiuta di muoversi dal luogo in cui aspetta il suo cuoco preferito, ma, anche e soprattutto, perché a un certo punto si gira per non ingerire la pioggia dolcificante in quanto "non cucinata da Sanji", sul solco di uno sciopero della fame preannunciato o condotto con perseveranza. Interessante vedere Nami, mentre osserva la scena, con un volto carico di mestizia, le cui lacrime si confondono con la pioggia che scende copiosamente dal cielo. Mentre Sanji si trova a palazzo, un'armata, animata dal desiderio di vendetta, punta dritta a Rufy. Secondo il simpatico Vinsmoke non si tratta di gente qualsiasi e vengono citati e rimarcati i nomi di Bobbin, Mont d'Or e della suggestiva "Moglie del demone" che abbiamo già avuto modo di vedere e che ha monopolizzato la mia attenzione e la mia curiosità. Naturalmente Rufy non si scompone di fronte a questo esercito, è disposto a fronteggiarlo, riecheggiando, in piccolo, per certi versi in grande, l'eroica resistenza degli spartani alle Termopili: come Leonida Rufy difende una posizione, sa che Sanji ritornerà, si è reso conto che molto, ma non tutto dipende da lui. Si è reso conto che Sanji può, vuole e deve affrontare i demoni del suo passato da solo, che questa parte della storia è la sua parte della storia. Abbiamo anche visto Prometheus e Zeus anche se non ne è stata chiarita la natura, benché sia stato invece confermato l'ovvio e cioè che questi due "messeri" li avevamo già visti pur non sapendo allora chi o cosa fossero. La loro comparsa e azione è mossa dall'ira di Big Mom che tuttavia trova appagamento rapidamente, lasciando spazio alla giovialità del banchetto in "famiglia". Mirabile il contrasto tra la gravità delle sue parole foriere di morte e la sua gestione del fausto momento. Pudding è entrata in sintonia con il "futuro" (?) sposo. Tenero l'abbraccio finale.
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