Lo Hobbit

News, speranze ed impressioni sul prequel de Il Signore degli Anelli

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    Ti aspetterò ancora per molti anni, sul trono del più forte del mondo!

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    CITAZIONE («chuck; life less serious ¹° @ 10/10/2012, 18:00) 
    Complimenti, articolo egregio. Mi è sorto solo un dubbio: visto che è stato girato in 48 fps verrà proiettato solo in questa qualità o anche in 24 fps e in 2D? E poi, il 48 fps è supportato da tutti i cinema o è solo per cinema attrezzati a supportarlo? Non vorrei perdermi questa nuova qualità per un film che si prospetta stupendo. Grazie in anticipo :D

    Nell'articolo (già abbastanza lungo) non l'ho specificato, ma in pratica il film sarà proiettato in un sacco di versioni, con e senza 3D, in IMAX e non, a 48 fps e a 24.
    Purtroppo in Italia in pochi lo vedranno a 48 fotogrammi, almeno il primo film.
    Tecnicamente non si tratta di un ostacolo impossibile, tutti i moderni proiettori digitali (quelli usati da una qualsiasi sala 3-D) necessiterebbero solo di un aggiornamente software, che però costa.
    Negli USA molte sale lo hanno fatto ed è ufficiale che il prezzo sarà lo stesso della versione a 24 fps, proprio perchè è un esperimento e non si vuole limitare il pubblico con prezzo più alti (già il 3-D porta un sovrapprezzo).
    In Italia probabilmente l'aggiornamento sarà fatto solo dalle sale più tecnologicamente avanzate, tipo gli UCI di Riccione e Pioltello (vicino a Milano) e pochi altri, credo.

    Grazie a tutti per i complimenti. :D
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    Vi riporto un articolo pubblicato su TheOneRing.net e tradotto da HobbitFilm.it.
    Contiene spoiler per chi non ha letto il libro.
    CITAZIONE
    In difesa di una trilogia per Lo Hobbit

    Peter Jackson ha appena annunciato che Lo Hobbit sarà una trilogia, innescando sulla rete trepidazione ed entusiasmo in egual misura. Le voci dissenzienti sostengono che il romanzo non possa sostenere tre film e che la narrazione sarà quindi “stiracchiata”, non diversamente dal proverbiale “burro spalmato su troppo pane”.

    Vorrei invece immaginare il caso di una trilogia de Lo Hobbit che non solo debba funzionare, ma possa anche ridefinire ciò che riteniamo possibile al cinema, e di dare giustizia al mondo di Tolkien (oltre i suoi libri individuali). Per prima cosa dobbiamo realizzare che la trama e la storia de Lo Hobbit, immerse in un contesto più ampio che include le appendici di Tolkien, sono preliminari alla Guerra dell’Anello – come raccontato nel Signore degli Anelli (SdA). In altre parole, Sauron (denominato ‘Negromante’ nello Hobbit) e i suoi servi orchi/goblin rappresentano i reali nemici. Smaug il drago non è altro che un nemico secondario, così come Saruman era il nemico principale nei primi due film del Signore degli Anelli, ma il cattivo secondario nella trilogia completa. Ricordiamo, in accordo alle appendici, che l’interesse principale di Gandalf nell’impresa di Thorin era la sua preoccupazione che con Smaug ben accomodato nella Montagna Solitaria, il nord risultasse vulnerabile agli attacchi, e quindi nel caso in cui l’Ombra fosse cresciuta nuovamente fuori da Bosco Atro, le forze del bene sarebbero state aggirate sia da Mordor che dal Nord. Alla luce di ciò, Lo Hobbit si separa naturalmente in tre parti distinte, ognuna con la sua propria struttura narrativa, la sua storia e le evoluzioni dei personaggi, ciascuna delle quali può costituire un film senza rinunciare a nulla, e senza ‘stiracchiare’ la narrazione.

    Film Uno. Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato

    Il primo film, Un viaggio inaspettato, non solo traccia la formazione della Compagnia dei Nani (tra cui Bilbo e Gandalf) e il loro bizzarro viaggio ricco di eventi attraverso la Terra di Mezzo, ma anche prepara la scena, svelando il contesto storico non solo della ricerca, ma di tutta la guerra dell’Anello. Sappiamo dal trailer, infatti, che il primo film sarà impostato come un ‘flashback’, con lo strumento narrativo del vecchio Bilbo che scrive le sue memorie per Frodo, nel periodo della festa di compleanno nel film la Compagnia dell’Anello (CdA): “Ti ho raccontato le mie avventure, ma potrei non avere detto tutto”. Questo metodo permette alla narrazione della trilogia Hobbit proposta di poter includere ogni evento fino al momento della trilogia SdA, e forse anche di includere eventi contemporanei alla fine del Ritorno del Re (RdR) come ad esempio la battaglia di Dale, come nel libro dove Bilbo comincia a scrivere le sue memorie a Hobbiton e dice a Gandalf di voler ritirarsi a Gran Burrone per finirle. La trama de Lo Hobbit richiede inevitabilmente un numero di estesi ‘flashback’ che dovrebbero naturalmente accadere nella prima parte. Per esempio all’inizio dello Hobbit, quando i Nani sono a casa Baggins, il racconto richiederà i flashback di:
    -Gandalf in visita a Dol Guldur e il ritrovamento di Thrain, al fine di spiegare come trovò la chiave e la mappa.
    -I giorni sereni del Regno di Erebor e Dale, per mostrare ciò che motiva i Nani a partire nell’impresa, e quale sarà la ricompensa.
    -Il successivo attacco di Smaug alla Montagna Solitaria, che portò il Regno al termine mandando Thorin in esilio, in modo da mostrare quali pericoli e ostacoli li attendano, nel caso riuscissero ad arrivare alla montagna.

    Ci saranno altri flashback necessari nel primo film che non solo estenderanno la storia oltre la principale sequenza narrativa del libro, ma daranno peso drammatico e profondità storica a tutta la trilogia Hobbit, e inoltre serviranno a impostare la tensione successiva e le evoluzioni della storia nel corso dei tre film. Ad esempio, per costruire l’incontro con gli Orchi/Goblin sotto le Montagne Nebbiose, e naturalmente per stabilire il significato della Battaglia dei Cinque Eserciti, l’antagonismo tra i nani e i goblin dovrà essere raccontato in un ‘flashback’. Il posto più logico dove ciò avvenga è a Gran Burrone dopo l’incontro con gli Orchi. Elrond sicuramente chiarirà alla Compagnia l’origine delle spade trovate nel tesoro dei troll. Nel libro egli spiega che sono delle lame famose utilizzate contro i Goblin nei secoli precedenti. Probabilmente in maniera innocente, mettendo in discussione Bilbo come strumento, ci saranno qui dei flashback storici che riveleranno le profondità dell’odio tra i Nani e Goblin, che culmina con l’antica battaglia di Azanulbizar, e il ruolo di Azog l’Orco nello scatenare la guerra. Questo storico ‘flashback’ espositivo accadrebbe in maniera puntuale a Gran Burrone, in quanto aumenterebbe la tensione drammatica proprio prima che la Compagnia incominci l’ascesa nei passaggi delle Montagne Nebbiose, che porterà ovviamente, alla loro cattura da parte dei Goblin.

    Insieme a tutto ciò che accade, vi è quindi – considerando i flashback necessari- molta narrazione da attraversare fino alla sequenza delle botti, che sembra [NdT: l’autore del POST non conosceva il nuovo poster] essere la fine del primo film, a giudicare dal poster panoramico rilasciato recentemente.

    Per arrivare da Hobbiton alla sequenza delle botti (anche se qui vi è un appunto da fare in quanto un momento migliore per l’ interruzione sarebbe stato l’imprigionamento della Compagnia da parte degli elfi-silvani, in modo da lasciare una sorta di mozzafiato; per di più la pausa tra i primi due film lascerebbe l’impressione che Bilbo abbia trascorso del tempo per familiarizzare con il palazzo elfico e localizzare quindi le celle dei Nani, impostando così la loro fuga all’inizio del secondo film) vi è molta trama semplicemente seguendo il libro: i troll , Gran Burrone, il passo della montagna, la città dei Goblin, gli indovinelli nell’oscurità, i Warg, le aquile, Beorn, Bosco Atro, i ragni, e la foresta degli elfi. Tenete a mente che il primo film dovrà anche rendere conto della storia di Gandalf una volta che egli si separa dalla Compagnia presso i confini di Bosco Atro. Considerato che ciò accadrà piuttosto tardi nel film, egli probabilmente potrà incontrare Radagast a sud, viaggiando con lui per spiare Dol Guldur, e/o incontrarsi con il Bianco Consiglio. I progressi di Gandalf nel primo film probabilmente finiranno con lui che convince il Consiglio ad aggredire Dol Guldur, ma prima che l’assalto inizi effettivamente.

    Quindi nel primo film dal titolo ‘Un viaggio inaspettato: l’esule Thorin cerca di unire un gruppo eterogeneo di nani per una missione; Gandalf si rende conto della posta in gioco e convince il Consiglio della necessità di azione;mentre il cuore drammatico sta nel viaggio di Bilbo da casa Baggins a scassinatore, e la sua lotta per ottenere il rispetto dei nani e ‘trovare il suo coraggio’.

    Film Due. Lo Hobbit – La Desolazione di Smaug

    Il secondo film, probabilmente rinominato in “La Desolazione di Smaug”, potrebbe quindi iniziare con una sequenza di fuga con le botti dalla foresta degli elfi, e l’arrivo dei Nani a Pontelagoluno. Ciò comporterà l’introduzione di una cultura completamente nuova, come con Rohan in Le Due Torri (LDT) controllata da un sovrano corrotto (Théoden era sotto un incantesimo, il Governatore di Pontelagolungo è semplicemente corrotto), con un giovane protagonista, che si presenta come un emarginato e viene riabilitato fino a diventare un eroe per la fine del film (Eomer in LDT; Bard qui).

    Anche se il film dovrà quindi seguire i Nani nella loro missione alla montagna attraverso le rovine di Dale (il ritrovamento della porta; le interazioni di Bilbo con Smaug, l’incendio della montagna) il suo culmine sarà l’attacco di Pontelagolungo e l’uccisione del Drago da parte di Bard. Così il protagonista principale – a parte Bilbo ovviamente – sarà Bard, e la locazione principale del dramma sarà Pontelagolungo, in quanto il film ripercorrerà il suo carattere fin dall’inizio (la sua corruzione, il suo meschino scetticismo sull’esistenza del drago) – verso la sua finale espiazione simbolica tramite il fuoco, che rappresenta la rivendicazione di Bard, e la sua elevazione agli occhi degli uomini di Esgaroth.

    Il secondo film dovrà anche includere altri due archi narrativi: quello dei Nani che culmina ovviamente con la loro uscita dal passaggio segreto verso il Regno ormai disabitato di Erebor, rendendosi conto che il Drago è morto e reclamando la Montagna. Sembrerà la fine della storia, ma sicuramente questo episodio sarà mitigato da presentimenti, suggerendo che la loro pretesa della montagna possa essere di breve durata. L’altro episodio narrativo riguarda Gandalf. E’ probabile che il lento ritmo generale delle scene riguardanti i nani e Bilbo nel secondo film – come il loro recupero a Pontelagolungo, l’avanzata sul monte, la ricerca della porta e anche l’interazione tra Bilbo e Smaug – saranno intramezzati con scene dell’assalto del Bianco Consiglio a Dol Guldur nel sud di Bosco Atro. Sembra plausibile che l’intero attacco e la cacciata di Sauron si svolgerà in questo secondo film. Allo stesso tempo se questa pesante sequenza di azione è in via di risoluzione, l’episodio della Montagna Solitaria diverrà più rapido, con Smaug alla ricerca sul fianco della montagna e il successivo attacco a Pontelagolungo.

    Esistono diverse motivazioni per concludere il secondo film con l’uccisione del drago, ma c’è inoltre ricchezza nell’evoluzione della storia e dei personaggi: Thorin, esule arrogante nel primo film, viene un po’ umiliato nel secondo, meno forte ma in ultima analisi, un leader migliore; Bilbo è sbocciato come il vero capo della Compagnia; Gandalf ha agito contro l’Ombra di Bosco Atro sulla scia delle preoccupazioni mostrate nel primo film. Il film è in gran parte incentrato sull’evoluzione del personaggio di Bard come una storia autonoma, in quanto i personaggi di Thorin, Bilbo e Gandalf essenzialmente sono al culmine incontestato dello loro evoluzione, nessuno ha raggiunto una risoluzione, che arriverà nel terzo film.

    In breve, iniziando il film con l’arrivo a Pontelagolungo e terminandolo con l’uccisione di Smaug non si avrà un film scarno. “L’espiazione con il fuoco” di Pontelagolungo per i suoi peccati – la corruzione e l’indifferenza- potrebbe in gran parte reggere autonomamente il film trascinandolo in maniera drammatica, nonostante sia il difficile atto centrale di una trilogia.

    Film Tre. Lo Hobbit – Andata e ritorno

    Il terzo film, che potrà avere il titolo originale dell’ex secondo film “Andata e ritorno”, potrebbe quindi iniziare con il suggerimento che siano trascorse diverse settimane. Questo consentirebbe quattro avvenimenti che altrimenti sarebbero difficili da mostrare in maniera drammatica:

    Il consolidamento dell’autorità di Bard tra i rifugiati di Pontelagolungo.
    L’arrivo degli elfi, che aiutano Pontelagolungo nella ricostruzione, formando un’alleanza con gli uomini di Esgaroth.
    Il viaggio di Gandalf a nord di Dol Guldur per incontrare gli Elfi e gli uomini di Esgaroth ai piedi della montagna.
    La Compagnia di Nani che si stabilisce nelle sale vuote di Erebor, e l’implicazione che il personaggio di Thorin abbia iniziato un cambiamento, con tracce di avarizia, un senso di diritto (e la concomitante mancanza di empatia per gli uomini di Esgaroth nonostante il loro sacrificio) e una convinzione delirante nella forza della posizione contrattuale dei nani, ora che si sono sistemati nei loro corridoi ancestrali.

    Il terzo film sarà quindi incentrato sui due personaggi principali, Thorin e Bilbo arrivando al loro scioglimento, tramite un conflitto reciproco. Mentre il primo film è incentrato sui dubbi di Thorin su Bilbo, e il secondo sul trionfo di Bilbo su tale dilemma, questo terzo film potrebbe tracciare come la fede in Bilbo si sia quasi persa a causa dell’orgoglio di Thorin prima della sua caduta, e sulla restaurazione finale di Thorin in letto di morte, un atto che riabilita Bilbo e redime Thorin.

    Gandalf otterrà anche la risoluzione del suo reale interesse nell’impresa della Compagnia, cioè la riconquista della Montagna e la frantumazione degli eserciti dei Goblin. Questo in quanto, come già detto, l’interesse di Gandalf nel portare la Montagna Solitaria di nuovo sotto il controllo dei Nani risiede nell’evitare che la Terra di Mezzo mostrasse il fianco a Nord quando sarebbe arrivata la resa dei conti finale con Sauron. Questo terzo film potrebbe pertanto avere tre atti. In primo luogo, vi è la ‘costruzione’, i ‘tamburi di guerra’: macchinazioni politiche, diplomazia fallita, l’ammassarsi di elfi e uomini ai piedi della montagna, il dramma del tradimento di Bilbo, la venuta dei nani dai Colli ferrosi.
    C’è poi la scaramuccia tra nani, uomini ed elfi. Ma potrebbero anche esserci segni dell’ammassamento dei Goblin. Infatti, è stato riportato che Benedict Cumberbatch (che darà la voce al Negromante, cioè Sauron) ha anche un ruolo da giocare nella ‘Guerra delle Cinque Legioni’, che suona in malo modo come la Battaglia dei Cinque Eserciti, il che suggerisce che Jackson ha fatto un cambiamento in cui Sauron, forse in una forma ridotta, conduce (o almeno dirige) gli eserciti dei goblin/orchi/warg in battaglia, e forse qualche attenzione sarà rivolta a come Sauron riesca ad accumulare l’esercito per l’assalto alla Montagnia Solitaria.

    Il secondo atto è la battaglia stessa, che – come spettacolo visivo – farà probabilmente sembrare nana (scusate il gioco di parole) la battaglia ai Pelennor dal RdR, per un semplice motivo geografico: il Pelennor è una pianura piatta, mentre la Battaglia dei Cinque Eserciti si verifica su tre dimensioni sui fianchi di una possente montagna, in modo che sia qualcosa di completamente diverso da qualsiasi altra battaglia nella trilogia del SdA. Questa battaglia potrebbe facilmente durare un’ora o più sullo schermo, con così molti eserciti coinvolti e tanti alti e bassi: l’arrivo dei Goblin e Warg; l’uscita dai cancelli della Compagnia in armatura completa; i Goblin che scalano la montagna per ottenere un vantaggio; l’arrivo di Beorn e l’uccisione del Grande Goblin; l’ultima resistenza di Fili e Kili, l’arrivo delle aquile. E, naturalmente, ognuno dei Nani principali dovrà avere il suo momento in battaglia.

    Il terzo atto è lo strascico, che rischia di essere un caso di “tanti addii”, come nel Ritorno del Re: Bilbo ritrovato sul campo di battaglia; la scena della morte di Thorin, i saluti, il viaggio di ritorno di Bilbo passando per Pontelagolungo (con lo scheletro di Smaug giacente sul letto del lago, chiaramente l’immagine più suggestiva del libro), il viaggio di ritorno tramite – per breve tempo – la foresta degli elfi; la casa di Beorn, Granburrone e infine Hobbiton.

    Materiale dalle Appendici del Signore degli Anelli

    Ma è abbastanza probabile che un’intera sezione possa essere aggiunta, anche se è altrettanto probabile che possa essere tolta dal taglio cinematografico. Ricordate che il vecchio Bilbo sembra raccontare i film, o per lo meno, la storia dello Hobbit si presenta come una riflessione del Vecchio Bilbo mentre scrive il suo libro in una scena contemporanea all’inizio della CdA.
    Mentre continua a terminare il libro a Gran Burrone, è quindi possibile inserire nella storia alcuni eventi che riguardano la trilogia del SdA, e in tal modo “collegare” le due trilogie in modo più esplicito. Così la trilogia Hobbit potrebbe finire con Bilbo che chiude il suo libro, e la consegna a Frodo a Gran Burrone, nel viaggio di ritorno di Frodo verso Hobbiton dopo il viaggio a Monte Fato del RdR. Alla luce di questo mezzo narrativo, gli eventi che potrebbero essere visualizzati comprendono:
    -Balin, membro della Compagnia, decenni dopo in viaggio per Moria (introdotta nello Hobbit come abbandonata dopo la battaglia di Azanulbizar) per creare una nuova colonia. Nella CdA, la Compagnia naturalmente scopre la tomba di Balin, dove poi combatteranno il troll di caverna.
    -Gollum che lascia le montagne nebbiose dopo alcuni anni, arrivando a suo modo a Mordor, dove viene catturato da Sauron e torturato. Questo conduce infine ai Cavalieri Neri che cercano la Contea, come mostrato nella CdA. Dato che è possibile che il vecchio Bilbo concluda la sua narrazione a Gran Burrone, e dopo che l’anello è stato gettato nel Monte Fato, Gollum potrebbe anche essere mostrato, in seguito alla sua fuga da(rilascio di) Sauron, nel trovare un modo per attraversare le montagne nebbiose e quindi l’Anello, e nell’imbattersi nella compagnia di Balin durante il loro tentativo di ricolonizzare Moria. Per collegare abilmente la narrazione, Gollum potrebbe anche essere presentato come un testimone della morte di Balin a Dimrill Dale, un atto che precipita la distruzione della colonia dagli orchi che invadono Moria. Ciò dovrebbe avere due risultati: spiegare come la colonia di Balin a Moria sia stata rasa al suolo e a Balin data la sua tomba; e spiegare come Gollum arrivi a Moria, che è dove appare per la prima volta nella CdA durante l’inseguimento della Compagnia. (Nel libro, Gollum inizia l’inseguimento della Compagnia a Moria, visto che le porte da cui entrano non si possono aprire dall’interno, e quindi è li che poteva arrivare nel suo attraversamento di Moria alla ricerca dei ‘Baggins’. Si deve essere nascosto lì, da solo nel buio nella estremità orientale di Moria, per un tempo non specificato fino al momento in cui Gandalf ha aperto le porte dicendo la parola elfica per ‘amico’).
    -Una narrazione della ‘guerra nel nord’ – la battaglia di Dale, che Tolkien menziona nelle appendici. Questa battaglia è accaduta a nord, allo stesso tempo della battaglia ai Pelennor nel RdR. Dare dettagli di questa battaglia è rilevante per la storia, in quanto naturalmente Gandalf si interessò alla ricerca di Thorin, in primo luogo perché voleva rinforzare il Nord contro eventuali attacchi futuri. Mostrare la Battaglia di Dale confermerebbe come la ricerca di Gandalf non sia stata vana, e anche fornire un collegamento con la trilogia. E’ anche possibile visualizzare ciò come narrato dal Vecchio Bilbo nello Hobbit, e quindi egli poteva scrivere della battaglia di Dale, e raccontarla come una sorta di coda, per assicurare che la conclusione della trilogia dello Hobbit si combini perfettamente con l’inizio della CdA, ma anche si allinei alla conclusione del RdR. Vale la pena notare che Peter Jackson ha detto che “c’è un sacco di roba nelle appendici che vogliamo mettere nei film”, ma se si guarda alle appendici, le parti più cinematografiche sono la storica battaglia di Azanulbizar e la Battaglia di Dale del periodo del RdR.

    Coerentemente con tutto quello che sappiamo su questi film, dalla stima sul regista, sul team di sceneggiatura e sul materiale originale di Tolkien stesso, la proposta di Jackson di una trilogia Hobbit ha perfettamente senso, ma solo quando la vediamo come parte di un più ampio progetto capace di rendere maggior giustizia al mondo di Tolkien. Alla luce di ciò, ho anche il sospetto che i realizzatori possano cogliere l’occasione per girare alcune scene che utilizzino i set e gli attori a disposizione durante le riprese de Lo Hobbit, e che possano essere integrate in una super edizione estesa della CdA in futuro.

    Queste includono:
    -L’inseguimento di Gollum e gli interrogatori di Gandalf, includendo la prigionia nella foresta degli elfi (per motivi pratici, il ruolo di Aragorn nella sua cattura potrebbe essere lasciato fuori del tutto senza intaccare la narrazione, anche se il suo inserimento – forse giusto con un cameo – senza dubbio sarebbe gradito dagli appassionati di Tolkien). Ciò sarebbe possibile grazie alla disponibilità del set sulla foresta elfica. Questo flashback potrebbe essere integrato con grande successo nella scena della CdA in cui Gandalf ragguaglia Frodo nella Contea sulla natura dell’anello e la gravità della minaccia. Questa scena, come esiste attualmente nella CdA, è chiaramente l’anello più debole del film, perché essendo la scena che spinge Frodo alla partenza risulta troppo abbreviata, e la sua partenza da Hobbiton sembra quindi quasi affrettata e impetuosa. In effetti, la sezione di Gollum dal prologo della CdA potrebbe essere spostata e integrata in questa sequenza di flashback. Vale anche la pena notare che, dato il suggerimento di cui sopra in merito a un flashback nel terzo film Hobbit su come Gollum sia arrivato a Moria, in una futura versione della CdA, Jackson probabilmente potrebbe anche rimontare la CGI per Gollum a Moria, e forse anche aggiungere alcuni scorci in cui lui segue la Compagnia nelle ombre, prima che Frodo lo noti. Dare a Gollum una introduzione un po’ meno lontana nella CdA risulta quasi obbligatorio ora che l’Hobbit è stato girato, come se i sei film siano guardati in sequenza. Egli è un personaggio ben stabilito nella CdA e dovrebbe avere un trattamento più sfumato con la sua reintroduzione in Moria. Per di più, il resto del prologo nella CdA, che definisce la storia dell’anello, potrebbe essere spostato al suo giusto posto, come nel libro, a Casa Baggins con la spiegazione di Gandalf a Frodo sulla natura dell’Unico Anello, dopo che lo si estrae dal fuoco e si vedono i segni. Sarebbe possibile estendere e filmare dei nuovi dialoghi per la discussione tra Frodo e Gandalf a Casa Baggins avendo entrambi gli attori ripreso i loro ruoli nello Hobbit, e il set di Casa Baggins essendo disponibile. Questa ristrutturazione consentirebbe alla CdA di ricominciare con precisione da dove la trilogia Hobbit avrebbe lasciato, ed entrambe inizierebbero e finirebbero con la voce narrante del ‘vecchio Bilbo’ mentre scrive il suo libro prima della festa di compleanno. La CdA dovrebbe quindi iniziare – come lo fa subito dopo il prologo nella Extended Edition – con Bilbo nella stessa scena che racconta degli hobbit.
    -Il retroscena di Gimli, da integrare nell’eccessivamente troncato Consiglio di Elrond nella CdA. Il ‘flashback’che avrebbero potuto filmare durante le riprese dello Hobbit sarebbe quello di un emissario di Mordor che arrivato alla Montagna Solitaria cerca un ‘Baggins’, causando il viaggio successivo di Gimli verso Gran Burrone alla ricerca di aiuto durante il Consiglio di Elrond (Gimli è senza dubbio nei film, come Rhys Davies stesso ha praticamente ammesso, ed è stato filmato sul set a ‘visitare’ il cast). E’ possibile che Jackson stia approfittando della disponibilità di Rhys Davies, del set di Gran Burrone e del nuovo set di Erebor per girare questa scena, l’ultimo dei quali non era disponibile quando hanno girato la CdA.
    -Un retroscena di Legolas, anche esso per essere integrato nel Consiglio di Elrond. Questo potrebbe includere la fuga di Gollum dalla foresta degli elfi. Filmare tale flashback è possibile grazie alla disponibilità di Orlando Bloom e del set della foresta durante le riprese de Lo Hobbit che insieme non erano disponibili quando è stato girato la CdA.

    Vorrei quindi sostenere che nel girare una trilogia Hobbit, Peter Jackson, Fran Walsh e Philippa Boyens non stiano solo facendo un ‘prequel’ nel senso tradizionale, con la fine del racconto prequel che si incastra con la CdA. Quello che sembra stiano facendo è di rimpinguare il mondo intero del SdA, in parte dando un cruciale retroscena in maniera drammatica narrando la storia del libro Hobbit, ma anche rimpolpando l’ampio mondo del SdA oltre le evoluzioni dei personaggi dei nove membri della compagnia, che è stato il punto chiave della trilogia originale.
    In conclusione …

    Se questo è ciò che stanno progettando, sarebbe senza precedenti nella storia del cinema: la trasposizione di un mondo attraverso delle trilogie che non sono solo sequenziali ma anche complementari e parallele. Questi film saranno in 3D non solo visivamente, ma anche in termini della narrazione: entrambe le trilogie vedono un angolo dello stesso mondo. Se si guardano entrambe, ciascuna presentato dal punto di vista dei diversi protagonisti e distinte linee narrative, rimane in memoria una immagine ’3D ‘di un intero mondo. Che è ciò che Tolkien ha creato: un mondo che è quasi reale nei suoi dettagli, livelli, complessità e interezza.

    Penso che sia ciò che si sta cercando di raggiungere nel proporre una trilogia Hobbit, e il mezzo del vecchio Bilbo come narratore permette loro di coprire la storia dal passato, dalla battaglia di Azanulbizar alla più recente battaglia di Dale.

    Il punto cruciale è quello di non pensare che il cattivo principale dell’Hobbit sia Smaug. Egli è l’antagonista principale del secondo film e l’obiettivo principale per i Nani stessi nel contesto della ricerca attraverso i film uno e due. Ma dal punto di vista più ampio di Gandalf e Bilbo e in una visione più ampia della Terra di Mezzo, il principale antagonista della trilogia Hobbit è in realtà Sauron, che emerge – attraverso gli Orchi nella Battaglia dei Cinque Eserciti – come principale nemico nel film tre, per non parlare della sua presenza peculiare anche nei film uno e due. In altre parole, Smaug è per la trilogia Hobbit, ciò che Saruman era nel Signore degli Anelli: l’antagonista principale dei film uno e due, ma il cattivo secondario nella più ampia trilogia. Saruman nella trilogia del SdA era un cattivo secondario che, attraverso la propria vanità e gli schemi che ne conseguono, poteva tuttavia far naufragare le speranze dei popoli liberi della Terra di Mezzo. Smaug nella trilogia Hobbit è un cattivo secondario che con la sua avidità e avarizia, potrebbe anche mandare in fumo le speranze dei popoli liberi della Terra di Mezzo. Cioè, le strutture narrative del SdA e della probabile trilogia Hobbit sono quasi identiche, con evoluzioni dei personaggi, simili ritmi narrativi e simili antagonisti secondari (e lo stesso antagonista primario).
Lo Hobbit in definitiva funge da “impostazione della scacchiera” per il SdA, in cui, per citare Gandalf stesso, “i pezzi sono in movimento”. Lo Hobbit comincia la narrazione del popolo hobbit e dell’Anello, ed i sei film insieme formano la terza era della Terra di Mezzo, mentre la prima e la seconda era – ‘storia antica e una lunga storia’ – non sono soggette ad essere filmate al di là di alcune sequenze di flashback, essenzialmente limitate al prologo della CdA.

    In termini di esperienza cinematografica, la trilogia Hobbit è probabile quindi che sia più divertente, più ricca nella trama e avventurosa, e con più tempo per sviluppare i personaggi che nel SdA. In breve, e prima ancora di prendere in considerazione i migliori effetti speciali, il bilancio più grande, una maggiore libertà creativa, i 48 fps e il 3D, questa trilogia sembra essere molto più divertente e fedele rispetto alla trilogia precedente. E quanti Oscar essa ha già fatto vincere? Lungi dal denigrare l’idea di una trilogia Hobbit, dovremmo tutti avere l’acquolina in bocca all’idea.

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    Lo Hobbit: Un Viaggio Inaspettato, Gigi Proietti doppierà Gandalf

    Per mesi abbiamo atteso di scoprire chi avrebbe prestato la voce a Gandalf nello Hobbit: Un Viaggio Inaspettato, dopo la scomparsa del doppiatore originale Gianni Musy.

    Oggi, dopo la proiezione di una versione ridoppiata del trailer al Lucca Comics & Games 2012, abbiamo appreso che, quasi sicuramente, sarà Gigi Proietti a doppiare Ian McKellen nella nuova pellicola di Peter Jackson attesa per il 13 dicembre 2012.

    Ricorderete sicuramente che nei primi trailer Gandalf era stato doppiato da Luciano de Ambrosis e poi da Massimo Foschi, ma pare che dopo una serie di provini il direttore del doppiaggio Francesco Vairano abbia deciso di prendere una strada diversa e ingaggiare un attore teatrale come Gigi Proietti.

    I nostri inviati al Lucca Comics ci dicono che la voce dell’attore italiano risulta molto convincente.

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    Sarà un po' strano, ma Gigi Proietti è un grandissimo attore ed un doppiatore di tutto rispetto :sisi:
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    CITAZIONE (Alex Ten Thousand @ 3/11/2012, 11:12) 
    Sarà un po' strano, ma Gigi Proietti è un grandissimo attore ed un doppiatore di tutto rispetto :sisi:

    Perchè dovrebbe essere strano? :look2:
    Proietti, oltre a essere un grande attore, è un superbo doppiatore (sua la voce di Rocky nel primo film della serie, oltre al più famoso ruolo del Genio in Aladin). Non vedo l'ora di sentirlo all'opera, imho promette bene. :sese:
     
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    Forse per "strano" intendeva che sarà diverso da Musy.
    Secondo me è giusto puntare su una voce diversa, invece che cercare un doppiatore con timbro simile a quello di Musy, sarebbe solo una brutta copia in quel caso (a prescindere dalla bravura dell'attore scelto).

    Comunque Proietti secondo me è una garanzia. :sese:
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    Al largo di Raftel Island...

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    CITAZIONE (gilgaladviola91 @ 3/11/2012, 13:27) 
    Forse per "strano" intendeva che sarà diverso da Musy.

    Ah, avevo capito "potrà sembrare strano,ma Proietti è bravo". :oo:
    Chiedo venia. :P

    Comunque trovarne uno uguale a Musy saebbe stato impossibile, aveva un timbro troppo particolare. :nono:
     
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  10. charizardvslugia
     
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    secondo me la farà un po' alla dragon heart(per chi si ricorda quel bellissimo film)
     
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    Nuovo spot televisivo (in inglese), con qualche scena inedita:

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    Ed un paio di interviste a Peter Jackson (sotto spoiler per la lunghezza, non ci sono anticipazioni):
    Intervista a Peter Jackson
    di Steve ‘Frosty’ Weintraub

    Anche se Lo Hobbit è una produzione di massa che costa centinaia di milioni di dollari, una delle cose che mi ha davvero sorpreso quando ho visitato il set, all’inizio di quest’anno, era come sembrasse intimo. Mentre stavo in alcuni set con una cinquantina di persone in piedi ad aspettare di lavorare, Lo Hobbit sembrava un film indipendente, in quanto nessuna location aveva più di una dozzina di persone in piedi nell’ombra, e non c’era nessun dramma dietro le quinte. Era come se un piccolo gruppo di persone stesse facendo qualcosa per se stessi. Posso solo indovinare che questo sia il modo in cui a Peter Jackson piace lavorare.

    Durante una pausa dalle riprese verso la fine della giornata, Jackson è venuto per rispondere ad alcune domande.

    D: Come regista, è importante per te rendere questa produzione simile al Signore degli Anelli, o la vuoi sentire come qualcosa di completamente diverso?

    

JACKSON: Nessuna delle due, davvero. Ovviamente non deve essere sentita come qualcosa di completamente diverso, ma allo stesso tempo (…) mi piaceva l’idea di affrontare il film come esattamente lo stesso regista che ha girato il Signore della Anelli, come se stessi tornando nella Terra di Mezzo. Nel senso che si tratta di un luogo vero e proprio, e io sono lì per raccontare un’altra storia, e i personaggi all’interno della storia, così come la storia stessa, avendo a che fare con tredici nani, danno un tono diverso e un diverso modo di sentire i luoghi del Signore degli Anelli. (…)

    D: Parlando di continuità, nel libro ad esempio ogni volta che Bilbo indossa l’anello in realtà non sente degli effetti negativi, ma quando Frodo ha l’anello nella trilogia è ovviamente una storia molto diversa. Sono questo tipo di cose su cui hai riflettuto e tentato di risolvere all’interno de Lo Hobbit?


    JACKSON: Già. Ovviamente questo è tutto incorporato in Tolkien, perché Tolkien non sapeva nulla sull’anello quando scrisse Lo Hobbit e poi scrisse una trilogia incentrata sull’anello venti anni dopo. Il modo in cui è razionalizzato, e penso che gli appassionati di Tolkien lo pensino, è come l’anello in realtà non ottenga il suo potere fino a quando Sauron non ritorna e inizia attivamente a cercarlo, rimanendo addormentato per un po’ fino ai giorni con Frodo, facendosi molto agitato nel cercare la via del ritorno a Sauron. Stiamo prendendo questo approccio. Ma stiamo gradualmente costruendo degli effetti dell’anello all’interno del film. Così la prima volta che lo si indossa è semplicemente un anello magico, ma ogni volta successiva gli effetti aumentano. Stiamo introducendo una piccola storia su questo.

    D: Ci sarà sempre lo stesso effetto da mondo delle ombre [quando Bilbo indossa l’anello]?


    JACKSON: Beh, anche adesso è un mondo di ombre, ma non abbastanza da incubo come quello ne Il Signore degli Anelli. Nuovamente in quel caso l’influenza di Sauron e del suo Occhio era importante, adesso invece non sarà lo stesso, ma un suo inizio, una specie di fase infantile.

    Casa di beorn jacksonD: Quando si legge Lo Hobbit sembra proprio che Gandalf scelga arbitrariamente Bilbo e si immagina che ci sia una ragione più grande per tale scelta, e del motivo per cui Gandalf è intorno a lui. Forse non per toglierlo semplicemente dai guai ogni volta. Puoi approfondire un po’ la necessità di dare delle risposte…


    JACKSON: E’ interessante. E si torna a ciò di cui stavamo parlando prima, quando si ha la situazione un po’ strana in cui (…) Tolkien scrisse questo libro come un libro per bambini nel 1937 (…) e poi in seguito scrisse Il Signore degli Anelli e, ovviamente, questo mondo è cresciuto nella sua mente (…) e infine ha giocato per diversi anni con l’idea di ripubblicare Lo Hobbit riscrivendolo per legarlo al Signore degli Anelli. Cosa che non è mai realmente accaduta, ma un sacco di materiale è finito nelle appendici delle edizioni successive del Ritorno del Re. (…) Così abbiamo accesso a tutto questo materiale, e quindi siamo in grado di approfondire tali allegati alla ricerca di piccoli indizi su parti della storia e alcuni di loro sono solo formati a metà. Si ha la sensazione che forse se si fosse seduto per rimpolpare davvero il materiale avremmo avuto molte più informazioni da parte di quegli scritti. Stiamo prendendo quelle informazioni e non devono essere arbitrarie nei film. Mi ha sempre frustrato se improvvisamente succede qualcosa e non ha alcuna ragione particolare per accadere.
    Gandalf visita Hobbiton, ama gli hobbit, ricorda che gli hobbit sono molto isolati e contenuti. Sono sospettosi del mondo esterno e si ricorda questo giovane Bilbo Baggins, come un bambino che era l’unico hobbit ad amare il pericolo e l’avventura, che amava le storie spaventose. (…) Quando vuole un hobbit come scassinatore in questa avventura torna a Hobbiton molti anni dopo e ritrova Bilbo. Gli da la caccia deliberatamente, perché pensa che lui sia l’hobbit migliore da scegliere. E’ atterrito e sconvolto nel trovare che alla fine dei diciotto anni Bilbo sia diventato compassato, ultra conservatore, e non è affatto come il bambino che si ricorda. Ecco, questo è davvero l’inizio della loro relazione.

    D: Ci è voluto così tanto tempo per ottenere lo Hobbit. C’erano diversi problemi e tutti i pro e i contro. Quando ti è diventato evidente che tutto sembrava puntare al tuo ritorno sulla sedia del regista? (…) E in ultima analisi che cosa ti ha spinto a farlo?


    JACKSON: Quando Guillermo lasciò fu una sorpresa, anche se avevamo una sorta di presentimento per tutta la situazione della MGM. (…) Era una macchia nella mia mente, è stato tanto tempo fa, ma quando ci fu il quasi fallimento la Warner provò a fare il film senza la MGM e non ci riuscì. Quando Guillermo lasciò non avevamo il verde e non avevamo un film, e così andò tutto a ruota libera, in un certo senso, per almeno due, forse tre mesi. Io ero lì come un custode, ma non potevo fare altro senza fondi, non c’era veramente niente. Non sapevamo che cosa stava per accadere con la MGM. Ma stavamo lavorando alla sceneggiatura in anticipo con Fran, Philippa e Guillermo. Stavamo iniziando a lavorare sui personaggi e così stavo cominciando a collegare il materiale abbastanza bene.
    Non avevo mai voluto girare Lo Hobbit in primo luogo perché l’idea di avere un gruppo di tredici nani mi terrorizzava e ho pensato, beh, sarà molto più interessante avere un altro regista che si occupa della cosa, e io mi limiterò ad andare e vedere cosa succede.(…) La cosa strana di ciò è che oggi dopo aver finito, il fatto che ci siano tredici nani è la grande gioia del film. In realtà ho ribaltato la mia visione. E’ come se ad un tratto penso: “Wow, questo film è davvero bello a causa di tutti questi personaggi, questi eccentrici nani.” E abbiamo dato a ciascuno di loro caratteristiche e personalità e risultano veramente il cuore della storia. Bilbo è l’anima della storia, ma i nani e la loro voglia di rivendicare la patria è certamente il cuore della storia. Adesso mi piacciono questi ragazzi. (…)

    

D: Nel Signore degli Anelli tutti i problemi che avevi erano solo di cercare di arrivare sullo schermo, (…) mentre con Lo Hobbit sembra che debba essere la più grande sfida della tua carriera (…) considerando la storia della MGM, le questioni di lavoro qui in Nuova Zelanda e tutto il resto. È questa la più grande sfida rompiscatole che tu abbia mai dovuto affrontare come regista?


    JACKSON: Girare il film è stato molto divertente. Da quando abbiamo iniziato a girare è stata una navigazione piuttosto semplice, toccando ferro. E’ stata solo gioia. E’ stato uno spasso. Sono stati uno paio di anni incredibilmente dolorosi per arrivarci, si’. Quello è stato il momento più stressante. Così stressante che ho avuto un’ulcera, che fu terrificante, ma comunque l’ulcera fu piuttosto utile perché ha dato a tutti sei settimane di pre-produzione in più. Tutti dovevano essere deliziati all’idea che stessi a letto per sei settimane e non potevano credere alla loro fortuna. (…) E’ stata dura, ma una volta partiti è stato fantastico. (…) Spero che il divertimento che abbiamo avuto sia entrato nello spirito del film. Spero tu riesca a percepirlo sullo schermo.

    Fonte: HobbitFilm.it

    Quali sono le differenze principali tra Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli?
    Il Signore degli Anelli era più epico, parlava della lotta tra Bene e Male, coinvolgeva il destino del mondo. Lo Hobbit è un’avventura maggiormente incentrata sui caratteri dei personaggi. Tolkien l’ha scritto per dei lettori più giovani. Il Signore degli Anelli era un seguito per quello stesso pubblico una volta cresciuto, doveva contenere quindi discorsi più adulti. Ho girato Lo Hobbit seguendo le coordinate del precedente ma è ovvio che il tono è differente, l’avventura è del tutto diversa da quanto succedeva nell’altra trilogia. In questo film non ci sono ostacoli insormontabili e tematiche universali come nell’altro.

    Perché all’inizio aveva scelto di non girare Lo Hobbit?
    La prima trilogia doveva essere l’opera della mia vita. Sono stato indeciso per molto tempo se fare Lo Hobbit o no. Ero scettico, non pensavo avremmo potuto ripetere quel successo. Non volevo competere con me stesso, è per questo che era stato coinvolto Guillermo Del Toro. Per molto tempo ho pensato: “Mettiamo qualche altro filmaker nella Terra di Mezzo e vediamo che combina”. Un po’ come fanno con i film di James Bond. Un regista diverso porta il suo tono e la sua sensibilità, credevo potesse essere una buona idea. Insomma, pensavo fosse il turno di qualcun altro. Poi quando ho cominciato a girare ho avuto un colpo al cuore, mi sto divertendo moltissimo, sotto certi aspetti anche più de Il Signore degli Anelli, perché so quello che sto facendo molto meglio di dodici anni fa.

    Ha mantenuto qualche idea del lavoro fatto da Del Toro?
    Guillermo ha lavorato al design di molta parte de Lo Hobbit. Non l’ho usato perché non volevo fare il film di qualcun altro, non ho mai girato qualcosa che non fosse mio. Non riesco ad esempio a prendere la sceneggiatura di altri. Però quando ho cominciato a lavorare al design del film guardavo un po’ a tutto, e certamente alcune influenze sono confluite ne Lo Hobbit. Un po’ del DNA di questo film è anche il suo, anche se non saprei spiegare esattamente cosa. Certo, Guillermo avrebbe fatto una versione de Lo Hobbit diversa dalla mia. Sto facendo il film che ho in testa, così come ho fatto con Il Singore degli Anelli.

    Quali cambiamenti avete apportato nella trama rispetto al libro?
    Stiamo usando l’appendice de Il Signore degli Anelli. Quando Tolkien scrisse prima l’uno e poi l’altro, si accorse che la mitologia tra i due non combaciava, dal momento che la stava creando mentre andava avanti. Per quanto riguarda l’anello, Tolkien per Il Signore degli Anelli creò tutta una mitologia a cui non aveva pensato nel 1936, quando scrisse Lo Hobbit. Stava quindi pensando di riscrivere una versione corretta del primo libro dove avrebbe sistemato la mitologia e aggiunto altre cose, in modo da dare più sinergia con Il Signore degli Anelli. Poi no ne ha fatto più nulla e tutto quel materiale è andato a finire nell’appendice de Il ritorno del Re. Le sue note e i suoi disegni su come avrebbe ampliato il libro precedente. Abbiamo preso questo materiale e inserito nella nostra storia. La maggior parte delle cosebche abbiamo aggiunto proviene da Tolkien, non tutte. Stiamo cercando di creare una cronologia esatta, cosa che lo scrittore sperava di fare.

    Come ha lavorato sul personaggio di Bilbo?
    Conservare l’innocenza che possiede del libro è un fattore fondamentale, per me Bilbo Baggins è un eroe perché è tutti noi. E’ un personaggio che non vorrebbe avere a che fare con troll e goblin, ma ci si trova in mezzo. E’ interessante è vedere come quest’avventura cambia leggermente la sua personalità mentre procede. Essenzialmente rimane un giovane che corre incontro ad avventure piuttosto intense. Questo è il viaggio di Bilbo e della storia.

    E’ soddisfatto di aver scelto di Martin Freeman?
    Martin è sempre stato il solo attore che volevamo per Bilbo. Abbiamo letteralmente cambiato il piano di riprese per venirgli incontro. Quando gli abbiamo offerto il ruolo ha rifiutato perché lo schedule era in conflitto con la seconda stagione di Sherlock. Per tre settimane ci siamo scervellati guardando centinaia di provini per il ruolo, senza trovare nessuno. Così l’anno scorso abbiamo interrotto le riprese per otto settimane cosicché Martin potesse tornare in Inghilterra e girare Sherlock. Abbiamo inserito un buco così lungo nella lavorazione soltanto per accomodare tutto, perché volevamo fortemente che lui fosse Bilbo.

    Perché ha scelto Serkis come regista della seconda unità?
    Mi serviva una squadra che capisse cosa volevo, che conoscesse la Terra di Mezzo ma che soprattutto non avesse paura di osare. Andy è un tipo dinamico, come diciamo qui in Nuova Zelanda “Balls to the wall” (modo gergale per dire “spingersi al limite”). Non volevo qualcuno timoroso, Andy di certo non lo è stato. Ha spirito d’iniziativa e quello che fa mi stimola, è una collaborazione esaltante.

    Cosa pensa delle critiche ricevute da chi ha visto il footage del film girato a 48 fotogrammi al secondo?
    Non hanno visto la versione definitiva. E’ un anno lavoro a 48 fotogrammi e dal momento che insisto solo su quello in cui credo posso dire che è fantastico. Molti membri del cast che fanno cinema praticamente da una vita erano dubbiosi, ma dopo aver visto il risultato sono rimati completamente conquistati. I commenti negativi riguardavano il fatto che tutto era troppo realistico, che è invece la cosa che mi entusiasma. Che siano stati zombie, la Terra di Mezzo o gorilla giganteschi, ho sempre cercato la realtà. L’autenticità dei set e dei costumi, del linguaggio parlato dagli attori, questo è quello che inseguo e se devo usare i 48 fotogrammi o il 5K o qualsiasi altra tecnologia che renda tutto più reale a me va bene. Non sono d’accordo sul fatto che il fantasy non può essere realistico. Il miglior fantasy è reale.

    Come si costruisce un lungometraggio che ha così tanti protagonisti?
    Una delle ragioni per cui ero scettico riguardo Lo Hobbit è il numero di protagonisti. Come ci si poteva destreggiare dentro un così ampio ensemble di nani? Walt Disney saggiamente si è fermato a sette! Si finisce sotto pressione quando si pensa che poi tutti questi nani devono essere definiti, bisogna scrivere dialoghi adatti e dotarli di differenti personalità.
    Sono stati fondamentali gli attori, che si sono presi la responsabilità di definire i loro ruoli. Non devo più preoccuparmi di Oin, Kili e degli altri. Sono tutti concentrati sui loro personaggi, suggeriscono novità, hanno molte idee.

    Quale delle nuove creature le piace di più?
    Mi piacciono i tre troll: Bert, Tom e William, sono buffi. Odio i ragni e nel film ci sarà una scena molto più spaventosa di quella con Shelob ne Il ritorno del Re, anche perché ci saranno più ragni. Nel reparto creature avrete un bel po’ di sorprese!

    Fonte: ComingSoon.it
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    Ottimo, nient'altro da dire.
    La voce di Proietti si adatta benissimo a Gandalf, anche se come ho detto, nella mia mente la voce di Gandalf è quella di Musy.
    P.S. Si, intendevo dire che sarà strano non sentire Musy come voce di Gandalf :sisi:
    Mai messo e mai metterò in dubbio la bravura di Proietti, è uno dei migliori attori e doppiatori italiani di sempre :sisi:
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    CITAZIONE (Alex Ten Thousand @ 8/11/2012, 18:37) 
    Ottimo, nient'altro da dire.
    La voce di Proietti si adatta benissimo a Gandalf, anche se come ho detto, nella mia mente la voce di Gandalf è quella di Musy.
    P.S. Si, intendevo dire che sarà strano non sentire Musy come voce di Gandalf :sisi:
    Mai messo e mai metterò in dubbio la bravura di Proietti, è uno dei migliori attori e doppiatori italiani di sempre :sisi:

    Quoto. :sisi:
    Non è -e non poteva ovviamente essere- Musy, ma è comunque un'ottima scelta. :sese:
     
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