Posts written by .Gianlu

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    Trovo stucchevole e molto triste l'ennesima polemica che descrive l'Europa e i soliti paesi del nord come dei severi signorotti che negano ogni tipo di aiuto a noi povere vittime del Sud Europa. La pretesa che abbiamo è da presuntuosi. Al che, specificando che io appoggio totalmente le ragioni dei "nordici", mi sovviene una riflessione divisa in punti:
    - I paesi del sud ci sono o ci fanno? A partire da 10 anni fa, dalle diverse "granate" della BCE contro lo spettro dell'instabilità finanziaria lanciate da Draghi nel corso degli anni, hanno avuto il tempo necessario per fare una rete collaborativa, formulare delle proposte da illustrare nelle rispettive sedi europee e quindi iniziare una seria discussione sull'introduzione di eventuali inuovi' strumenti, gli eurobond ad esempio. Perchè rompono il silenzio solo ora? L'emergenza è usata come pretesto per far casino, nel tentativo di riuscire ad ottenere qualche aiuto a scrocco da altri paesi? A pensar male...
    - Perchè i paesi del Nord dovrebbero acconsentire degli aiuti con assoluta leggerezza? Non lo furono nemmeno gli USA col Piano Marshall! Ma soprattutto, i paesi mediterranei, e qui mi ricollego al precedente punto, hanno una linea da avanzare? Un programma da illustrare? In altri termini, hanno fatto presente cosa cavolo vogliono farci con i soldi che pretendono con tale veemenza?
    - Eurobond. Ricordando che un'eventuale loro creazione significherebbe un trasferimento di sovranità dai paesi membri alle istituzioni, immagino che il contenzioso sia sulle direttive attraverso le quali è possibile l'emissione di questi titoli. I famosi "paletti". Gli stati del nord prima di arrivare agli Eurobond, vogliono una gestione più accurata delle finanze pubbliche da parte dei paesi mediterranei, mentre quest'ultimi li vogliono e basta senza alcun tipo di condizionalità. Chi ha ragione? Dei bond condivisi da tutti gli stati membri sono quindi una condivisione parziale dei loro bilanci, una politica fiscale unificata. Chi è attento alle spese difficilmente si associa con i promotori di RdC, quota 100, 80 euro e amenità varie splendidamente fatte a deficit. Mai si è vista la formica condividere i propri viveri con la cicala.
    - Siamo in una crisi sanitaria globale. Ok. Servono aiuti straordinari. Ok. Agli stati del sud serve qualcosa in più (forse) perchè comportandosi da cicale in passato non hanno nulla per fronteggiare l'emergenza oggi. Ok. Ma appellarsi al Mes? Qua basta essere più svegli che seri. A noi Spagna e Italia (due nazioni a caso) ci servono delle risorse immediate. Siamo coscienti del fatto che i paesi richiedenti aiuti dovranno dare delle garanzie ai creditori, e gliele daremo ma non ora, bensì nel futuro prossimo quando l'economia sarà tornata in carreggiata passata l'emergenza. Che può essere anche tra 4 o 6 anni eh. Da quello che ho capito il nodo verte su queste famose "garanzie" (o condizionalità) che i paesi del nord pretendono e gli stati del sud non accettano perchè ritenute severe. Si da il caso che le regole si rispettano perchè anche tu ti sei impegnato a sottoscriverle, uno. Due, i soldi non crescono sugli alberi; qua stiam parlando in fin dei conti di soldi raccolti dalle tasse versate da tutti i cittadini dell'Eurozona. Le condizioni ci sono, e vanno accettate. Ribadisco la frase di cui sopra "non lo furono nemmeno gli USA col Piano Marshall!".
    EDIT: ah sì, volevano già usare dissennatamente il Mes i nostri eroi :asd:

    La morale é: la credibilità di un paese è fondamentale, e l'Italia, per differenti motivi, tra cui regole europee che essa stessa ha firmato non rispettate, ne ha ben poca. Non ha mai saputo dar risposte a lungo termine ad un'economia senza crescita da 30 anni, non ha mai saputo contenere la fame di consenso elettorale a dispetto della finanza pubblica. Non è neanche in grado di dare un contributo serio al dibattito sugli Eurobond, bensì soltanto lamentele fatte di esili richieste di soldi a scrocco. Quando ci decideremo a completare davvero i compiti per casa, vedrete che saranno ben lieti di accoglierci i "nordici".

    Edited by .Gianlu - 1/4/2020, 01:32
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    Queste le mie ultime letture, fatte e cominciate nel periodo a cavallo tra dicembre e questo inizio 2020.

    “Ci vorrebbe una Thatcher”. Antonio Caprarica.
    Già il nome del libro da idea del messaggio che vuol inviare al lettore. L’Italia ha bisogno di un leader coraggioso e tetragono come la Lady di ferro, memore di radicali riforme che hanno portato la terra britannica ad essere nuovamente una potenza economica mondiale, nonostante i cittadini ne abbiano patito la rigidità al loro primo corso? Caprarica pubblicò questo lavoro nel 2012 e ne approfittò per comparare la situazione inglese negli anni in cui la Thatcher salì a Downing Street con l’Italia morsa dalla crisi. Cosa è stato fatto in Gran Bretagna e cosa potrebbe essere preso come riferimento dal nostro paese, allora governato dai tecnici? Si passa dal racconto di fatti importanti come la liberalizzazione della borsa di Londra, le cessioni di società pubbliche, la funzione delle varie professioni contrapposte alle licenze italiane. Non mancano exscursus sul nostro paese.

    “La lista della spesa”. Carlo Cottarelli.
    Questo impegno del noto economista è una raccolta di tutte le proposte che il suo team elaborò nei suoi anni passati come Commissario alla Spending Review (cuorisamente figura istituita solo in Italia). Cosa consigliò Cottarelli ai nostri parlamentari? Innanzitutto mette in guardia che un’operazione di revisione della spesa può portare a scelte impopolari come il licenziamento di esuberi nella pubblica amministrazione. Oltre a questo, ci sono corposi capitoli dedicati alla spesa previdenziale (la più alta d’Europa), l’acquisto di beni e servizi da parte delle amministrazioni italiane, la sanità e le partecipate dei comuni. Degne di nota sono le considerazioni finali di Cottarelli, il quale sostiene che in Italia manchi in linea di massima un’idea di paese su come la spesa pubblica deve approcciarsi alla vita della società civile. Non c’è una strategia, tutte le scelte di finanza pubblica fino ad ora apportate son state fatte senza scopi di lunga durata. Ci sono troppe complessità nell’iter legislativo e la forma spesso si sostituisce alla sostanza, reo una massiccia presenza di esperti giuridici e non di persone dotate di competenze coincidenti col loro settore. Infine, servirebbe un più severo rapporto tra budget impiegato e risultato finale ottenuto che premierebbe l’efficienza degli enti più virtuosi e spingerebbe i meno performanti ad allinearsi.

    “21 lezioni per il ventunesimo secolo”. Yuval Noah Harari.
    Per chi conosce bene l’autore, può immaginare la direzione verso cui tende il libro. Ancor di più chi l’ha già letto. Una panoramica del mondo sorretta da tante sfide. Malgrado abbia trovato qualche volo pindarico sugli effetti che avranno i nuovi sviluppi bio-tecnologici sulla società, il libro lo promuovo a pieni voti, avendo spunti interessanti sul ruolo che dovrebbe avere l’Europa, l’immigrazione, la religione e il terrorismo. Difficile essere succinti dato la vastità di argomenti toccati, tra i quali si contano anche sezioni sulla cd. Post-verità. Forse un po' troppo disinteressati per il tempo che la routine quotidiana ci sottrae, queste pagine vogliono schiarirci la mente su ciò che si sta verificando nel mondo senza però dare una risposta o soluzioni ad ogni singolo problema. Harari conclude che lo scopo dietro la stesura del libro è l’aprire una discussione anche tra un piccolo crocchio di persone, solo così il suo compito potrà definirsi assolto.

    “Dai Fascismi ai Populismi”. Federico Finchelstein.
    Appena iniziato ma già impattante. Non fa piacere leggere che il populismo ha in se dei germi del fascismo e che è nella sua natura svilire le evidenze empiriche, che una volta trasferitosi dall’opposizione al potere emerga la sua inadeguatezza nel rapportarsi con la realtà. Da sottolineare che l’affermazione dei populismi odierni non è inedita, bensì seguono un loro albero genealogico che getta le sue radici dalla fine del XVIII secolo, comprende i totalitarismi del primo dopoguerra, si sviluppa ulteriormente con i governi populisti dell’America Latina e continua fino ai giorni d’oggi con i noti Trump, Salvini e co. Il tratto inquietante di questi leader sono l’aver sposato narrazioni sulla razza, legittimando di conseguenza le frange più razziste della popolazione a esternare i loro più beceri istinti.
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    Con il pareggio nel match contro l'Atalanta che chiude il girone di andata, possiamo tirare le somme di questa prima fase stagionale. La guida tecnica è indubbiamente garanzia di risultati, e molti si aspettavano un'Inter forte e più convincente degli ultimi anni. Ma non così forte da tenere il passo della Juve fino all'anno nuovo! La squadra è stata penalizzata da una serie di infortuni che rischiavano di compromettere un cammino ben avviato, ma non si sono registrati cali di tensione merito del fatto che Conte è riuscito a tenere i giocatori sempre al massimo dei giri chiedendo un sacrificio delle energie fisiche e mentali forse non sostenibile nel medio periodo, per di più con la rosa constantemente decimata. Infatti laddove son necessarie qualità e continuità l'Inter non ha retto e ha fallito sfide importanti come lo scontro diretto con la Juve, l'assurda sconfitta a Dortmund e i due match col Barcellona. La mancata qualificazione è l'unico neo che aggrava la valutazione complessiva della direzione tecnica del mister. Ma ribadisco, non è compromesso nulla e nel bene o nel male siamo ancora in lotta su tre fronti. Ora speriamo che la squadra torni a pieno regime con i vari rientri e i possibili interventi di mercato in entrata.
    Da tifoso posso considerarmi soddisfatto di come per ora abbiamo attraversato il percorso.

    Breve capitolo sul mercato: Ingaggiare Eriksen sarebbe il miglior colpo degli ultimi 10 anni. Un autentico top player, tra i più forti al mondo. Aggiungendo i rinforzi Giroud e Spinazzola si verificherebbe un upgrade enorme del team. A quel punto anche i più scettici potrebbero iniziare a credere allo scudetto, me compreso.
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    La partita di ieri è una mazzata tremenda per un tifoso, dura da digerire sia per come è arrivata, per come si è concretizzata e per ciò che ha provocato nei termini della classifica del girone. Tenuta mentale da rivedere, tenuta fisica problematica. E Conte l'ha fatta fuori dal vaso nel post partita, a prescindere dal fatto che abbia ragione o meno.
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    CITAZIONE (A¢e @ 12/12/2017, 17:08) 
    Van Dijk non vale la metà di Rugani o Romagnoli, Benatia e altri 382932 centrali che ci sono in italia e al mondo. E poi quello è un esempio, ce ne sono fin troppi di giocatori che non valgono quanti li paghi.

    CITAZIONE (A¢e @ 12/12/2017, 20:52) 
    Quando ho scritto che non l'ho visto? Io la premier la seguo da 3 anni.
    Per me Van Dijk è un difensore mediocre. Che poi tralatro è un 91. :oo:

    Insomma, possiamo dire che Ace ci ha azzeccato in pieno su Van Dijk :asd:
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    Secondo me ha fatto più scalpore un certo Nuzzi che ha tirato in ballo Cicciogamer mentre stava dibattendo con la Fornero.
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    Cambiando un attimo discorso, non trovate che l'operazioni che ha in mente Erdogan contro i curdi siano profondamente tristi? Lo stesso dicasi per Trump quando afferma che i curdi non vadano aiutati perchè "loro non li aiutarono in Normandia". Ma ciò che in particolar modo induce profonda tristezza è l'Europa che non riesce a dotarsi dei mezzi necessari per aver voce in capitolo e prese di posizioni ferree in situazioni come queste.
    Io penso che gli atti di Erdogan siano criminali e abbandonare chi si è battuto in prima linea contro l'Isis è da vigliacchi. Le minacce sui 3 milioni di profughi da inviarci sono ridicole, la voce grossa di chi ha coraggio solo in un generale "silenzio assordante".
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    Che loro mi piacciano è un'esagerazione, diciamo che l'insieme del loro operato contiene "anche delle cose buone", a prescindere dal colore del partito. Poi io guardando la politica da apolide giudico le proposte e i risultati ottenuti.
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    Renzi è un politico detestabile ma lo consideravo tra i meno peggio nel PD. Lo stesso si può dire di Calenda se inteso come meno peggio, e guarda caso entrambi hanno preferito delle iniziative personali. Per quanto mi riguarda è impossibile credere che un partito tradizionale o un affiliato (tipo Renzi, Calenda, Carfagna ecc.) spinga il paese fuori dal guano.
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    Intanto Shy ha pubblicato una bella intervista a Michele Boldrin:
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    Quelli sono dei delinquenti, l'estrazione politica in questo caso c'entra nulla.
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    Ma non è una scienza "esatta" per le numerose variabili che ne influiscono sugli effetti, ma i rapporti causa-effetto, in qualità di scienza, li ha tutti. Basti pensare al PIL che rallenta quando si alzano le tasse sul lavoro, la produttività che stagna se ci sono aiuti di stato e norme atte a proteggere micro imprese e aziende decotte, essere costretti a tenere in attivo il saldo primario perché la bassa crescita non ti consente di sopportare il peso del debito. Tutti questi effetti sono certi, ciò che non è certo sono i valori perché subiscono le dinamiche del contesto economico (es. congiuntura in primis, poi lo spread che si alza per svariati motivi, in passato l'introduzione dell'euro che fece collassare i tassi ecc.). Un'altra variabile da tener sotto'occhio sono i minibot, se malauguratamente dovessero trovar luce se non limitati a sola mozione.
    La salute del paziente è l'unica cosa davvero importante, e l'Italia sta messa piuttosto male, Boldrin o non Boldrin.
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    E' evidente che non ci siamo capiti, dato che erroneamente continui ad affermare che Boldrin abbia delle linee di pensiero economico non neutrali (ed è anche irrispettoso a dirla tutta). Nella comunità scientifica internazionale non esistono blocchi di pensiero divergenti e conflitto tra loro, c'è piuttosto analisi, studio e tanto ma tanto rigore. Ed è anche sbagliato il concetto secondo cui questa disciplina abbia"visioni del mondo". Le "visioni del mondo" non le ha nessuno, benchè meno gli economisti. Che siano componenti "micro" e "macro", ogni particolare è soggetto ad attività di ricerca. Ad esempio nelle istituzioni internazionali ciò che conta sono i rapporti sul Ghana e sulla Grecia, come possono esserlo vari studi su determinate materie fatte da economisti accademici. Non esistono "visioni del mondo".
    Senza scendere troppo in dettagli che non ci competono, quindi dando una considerazione sommaria: è riconosciuto da TUTTI che l'Italia è un paese in declino da oltre un ventennio, e lo testimoniano dati e paper facilmente reperibili sul web, comprese le problematiche relative che hanno ragioni del tutto strutturali (mancanza di riforme, pesanti voci di spesa, liberalizzazioni da fare ecc.). Queste sono idee condivise da tutti coloro che hanno studiato l'economia italiana, Boldrin compreso il quale si limita a raccontar l'ovvio (che dovrebbe essere fatto dalle elitè in realtà). Così come ogni paese europeo che ha attraversato periodi recessivi dovuti a shock e/o quant'altro ha problemi con radici diverse che hanno avuto effetti diversi attenuati con risposte diverse.
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    Stiglitz (ma anche Krugman) è ampiamente criticato da un lungo novero di economisti, del quale Boldrin è solo un nome, perché hanno pareri politicizzati. In passato pubblicarono articoli euroscettici in cui veniva messa in discussione la sostenibilità dell'euro, si sono sbagliati di grosso!
    Ognuno può elaborare i modelli come vuole ma la validità scientifica del lavoro di un economista è rigidamente passata in rassegna. Prima che la pubblicazione di un economista appaia su una delle poche miglliori riviste scientifiche viene valutata da una decina di altri economisti, laddove spesso e volentieri prima di due anni non vede luce. Le scuole di pensiero non esistono più, ma se anche esistessero e qualcuno avesse sfumature ideologiche, la validità scientifica del proprio lavoro è sempre messa a puntiglio. È un lavoro si ricerca enorme quello dell'economista che non può ridursi a neoclassico, liberista, socialista ecc etichette ormai prive di valore e di fatto anacronistiche. Non ti comprendo quando sostieni che l'economia non è matematica. Intendi dire che i suoi cicli son diversi tra loro per vari fattori determinabili e non? Ma infatti non è compito di un economista quello di prevedere il futuro, Boldrin e chi di dovere non lo ha mai fatto e mai lo farà (a differenza di Stiglitz e Krugman che dichiararono insistentemente che l'euro sarebbe crollato. Si è visto!).
    Boldrin può essere il meno simpatico al mondo ma quello che racconta è incontestabile. Lui è una persona intellettualmente onesta, non ha mai parlato per opinioni personali. Non ha una corrente di pensiero da difendere e diffondere, o una poltrona da guadagnare e neppure ne avrebbe motivo dopo tutto quel bagaglio che ha accumulato negli anni. I grandi temi su cui concentra il dibattito che vuol portare in Italia e che ha proposto in passato con l'esperienza politica di Fare sono di senso comune, esistono e vanno affrontati perché si abbia la volontà di arrestare il declino.

    Edited by .Gianlu - 29/5/2019, 21:28
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    Boldrin non è un economista neoclassico, è un economista. Punto. Far passare l'idea che un economista segua una corrente di pensiero una o ancor peggio che oggi ci siano scuole in conflitto tra esse è quanto di più falso si possa credere. Esiste una teoria, ed è quella che viene studiata in tutte le università. Detto questo, Boldrin come tutti gli altri del medesimo campo professionale si limita a studiare, riflettere e ragionare sui numeri e la situazione, illustrandole di conseguenza. Non sono opinioni sue, ma il frutto del suo lavoro. Vale per lui come per qualsiasi altro suo collega. Poi ognuno è libero di credere che 2+2=4 o che gli elefanti volano.
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